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Addio a Michele Noschese, morto a Ibiza a 35 anni “dj Godzi”, ipotesi omicidio dopo essere stato picchiato da alcuni agenti della polizia

Il dj e producer napoletano 35enne era un ex calciatore di Serie A in Svizzera. Inoltre, ha suonato nei club più prestigiosi di Londra, NY, Parigi e Barcellona. La procura indaga sulla pista omicidio

21 Luglio 2025

Addio a Michele Noschese, morto a Ibiza a 35 anni “dj Godzi”: ex calciatore in Serie A svizzera, suonava nei club di Londra, Barcellona, Parigi e NY

Dj Godzi Fonte: X @m_mugnani

Michele Noschese, in arte Godzi, dj e producer partenopeo è morto a soli 35 anni a Ibiza, l’isola che da anni era diventata la sua casa creativa. La notizia, trapelata nella notte tra venerdì e sabato, ha rapidamente fatto il giro del web, scatenando una valanga di messaggi da parte di amici, colleghi e fan. L'ipotesi è quella di un omicidio: il 35enne potrebbe essere stato pestato da alcuni agenti della polizia dopo una festa sull'isola.  Ex calciatore in Serie A svizzera, aveva abbandonato il pallone per seguire il richiamo più autentico della musica elettronica, conquistando le consolle di Londra, Barcellona, Parigi e New York.

Addio a Michele Noschese, morto a Ibiza a 35 anni “dj Godzi”, ipotesi omicidio dopo essere stato picchiato da alcuni agenti della polizia

Le circostanze della sua morte restano al momento da chiarire, ma la conferma è arrivata da numerose pagine social legate alla scena elettronica e techno, che hanno reso omaggio al suo talento con foto, video e parole toccanti.

Michele Noschese non era soltanto un nome tra tanti: era una visione sonora, un'anima in viaggio, un artista che aveva trasformato la musica in destino. Dietro il nome Godzi c’era un’identità profonda, costruita su una ricerca continua, su uno stile raffinato, potente e assolutamente riconoscibile.

Laureato in Economia, aveva lasciato presto la strada più sicura per inseguire la sua vocazione. Ibiza fu la sua scelta radicale, “il suo laboratorio d’anima e suono”, come lo definivano amici e collaboratori.

“Giocatore arrivato fino alla Serie A svizzera, aveva rifiutato un contratto professionistico, abbandonando il calcio ai massimi livelli per inseguire quel senso creativo e viscerale che solo la musica sapeva accendere in lui”, raccontava lo stesso Noschese in un’intervista rilasciata qualche anno fa a una tv locale.

Lì emergeva la sua vera natura: quella di un artista libero, distante da mode e algoritmi, capace di trasformare ogni performance in un’esperienza emotiva e sensoriale. Era questa la scintilla che infiammava ogni suo set, ogni produzione, ogni incontro con il pubblico.

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