16 Gennaio 2025
Novità nella vicenda dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Nel processo d'appello bis è stato infatti chiesto l'ergastolo per Gabriele e Marco Bianchi, i due fratelli condannati per la morte del giovane di origini capoverdiane a Colleferro, Roma. Il pg ha infatti chiesto di "condannare i fratelli Gabriele e Marco Bianchi all'ergastolo non riconoscendo per loro le attenuanti generiche". Nel primo processo di appello i due imputati erano stati condannati a 24 anni, e l'appello bis era stato disposto dalla Cassazione limitatamente al riconoscimento delle attenuanti, mentre la responsabilità penale per l'omicidio è passata in giudicato.
Svolta in uno dei casi di cronaca italiani più noti, vale a dire l'omicidio di Willy Monteiro Duarte. Chiesto l'ergastolo per Gabriele e Marco Bianchi, entrambi condannati per la morte del giovanissimo italiano di origini capoverdiane, avvenuta lo scorso 6 settembre 2020 a Colleferro.
Importante la requisitoria del pg, in cui quest'ultimo ha sottolineato come la "morte di Willy" sia stata "un evento indecente sia nelle modalità in cui è avvenuta sia per i motivi". Un pestaggio "brutale durato cinquanta secondi" in cui i due fratelli Bianchi hanno avuto "un ruolo preponderante con Gabriele, esperto di Mma, che dà il via con un violento calcio al petto di Monteiro seguito subito da Marco Bianchi". Secondo il procuratore generale, i due non hanno avuto alcun tipo di "revisione critica" di quanto compiuto quella tragica notte.
Gabriele e Marco Bianchi erano stati condannati a 24 anni nel primo processo di secondo grado. Una pena ovviamente più lieve dell'ergastolo che i due avevano scampato grazie alle attenuanti. Tuttavia, la Cassazione aveva annullato quel giudizio, sancendo la responsabilità penale.
Era la notte del 6 settembre 2020 quando un gruppo prese di mira Willy, intervenuto in aiuto di un suo compagno di scuola durante una lite con altri ragazzi, davanti al bar "Due di picche" di Colleferro, in piazza Oberdan. In un attimo gli sono saltati addosso i fratelli Bianchi, Pincarelli e Belleggia. I quattro, dopo aver partecipato alla sua uccisione, erano scappati, venendo fermati in auto ad Artena, sulla strada di casa.
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