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Via Poma, respinta archiviazione, gip: “Servizi segreti dietro l’omicidio di Simonetta Cesaroni”, disposte nuove indagini

Il gip ha ordinato ai Pm di Roma di procedere con l’audizione di nuovi testimoni, inclusi investigatori che avevano lavorato sul caso negli anni ’90, oltre ai colleghi e datori di lavoro della vittima

20 Dicembre 2024

Via Poma, indagini da rifare per l'omicidio di Simonetta Cesaroni, gip ordina accertamenti con nuovi testimoni e analisi sul Dna

Simonetta Cesaroni, fonte: Wikipedia

Il gip di Roma Giulia Arcieri ha respinto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura sul caso dell'omicidio di via Poma, dove nell’agosto del 1990 Simonetta Cesaroni fu brutalmente uccisa con 29 colpi di tagliacarte. La decisione riapre uno dei misteri irrisolti più noti della cronaca nera italiana e impone nuovi accertamenti, con particolare attenzione al possibile coinvolgimento dei servizi segreti.

La richiesta di archiviazione riguardava un procedimento avviato nel marzo 2022 su impulso di un esposto presentato dai familiari della vittima, in cui si sollecitava la verifica degli alibi di alcune persone già coinvolte nelle indagini precedenti. Il gip ha ordinato ai Pm di Roma di procedere con l’audizione di nuovi testimoni, inclusi investigatori che avevano lavorato sul caso negli anni ’90, oltre ai colleghi e datori di lavoro di Simonetta Cesaroni, per chiarire contraddizioni emerse nelle dichiarazioni raccolte in passato dalle forze dell'ordine di allora.

Le nuove indagini sull'omicidio di via Poma con prove e testimoni inediti

Il nuovo filone di indagine si basa su un esposto firmato dall’avvocato Claudio Strata, che avrebbe agito in seguito a una segnalazione ricevuta da un generale in pensione del Sisde, cioè l’ex servizio segreto civile italiano. Tra le persone indicate per essere ascoltate dai magistrati figurano l’ex 007 Sergio Costa e l’ex questore Carmine Belfiore. Rimane da accertare, perciò, il ruolo dei servizi segreti italiani di allora in questo delitto ormai commesso più di 35 anni fa.

Mario Vanacore, figlio del portiere dell’edificio dove avvenne il delitto, ha commentato l’avvio degli accertamenti, chiarendo la sua approvazione. "Sono contento che la procura stia indagando sulla pista segnalata dal mio legale", ha detto a LaPresse Vanacore. "Il risultato dell'indagine difensiva svolta dal mio legale è stata presentata in Procura con un esposto mesi fa, che porta ai servizi e al nome di Sergio Costa", ha concluso.

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