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Omicidio a Viadana, Maria Campai uccisa dal 17enne conosciuto online: “Colpo alla testa e poi soffocata, volevo sapere che si prova”

La donna di origine rumene sarebbe stata uccisa da un 17enne conosciuto online dopo un incontro a casa sua. Il ragazzo che praticava Mma avrebbe cercato sul suo cellulare pratiche sessuali estreme forse rifiutate dalla donna. Il giovane avrebbe confessato l'omicidio e il movente: “Volevo scoprire che si prova ad uccidere”

28 Settembre 2024

Maria Campai

fonte Facebook @mariacampai

Il 17enne fermato per l'omicidio a Viadana di Maria Campai avrebbe confessato il delitto. I due si erano conosciuti su una chat di incontri e il 17enne l'avrebbe invitata a casa sua per un appuntamento. La 42enne di origini rumene era scomparsa misteriosamente da Viadana (Mantova) lo scorso 19 settembre ed era stata rinvenuta una settimana dopo senza vita nel giardino di una villetta abbandonata coperta dal fogliame - a poca distanza dal luogo dell'appuntamento - accanto al condominio dove il giovane abita con la famiglia. Secondo gli inquirenti, Maria e il ragazzo si sarebbero appartati nel garage di famiglia del 17enne, ora sotto sequestro. Il ragazzo avrebbe anche spiegato il movente del tragico delitto: “Volevo scoprire che cosa si provasse ad uccidere”, ha confessato il 17enne. 

Omicidio a Viadana, Maria Campai uccisa dal 17enne conosciuto online

In un primo momento, il 24 settembre, il ragazzo avrebbe detto agli investigatori: “L'ho uccisa perché mi aveva chiesto troppi soldi, 200 euro”, alludendo dunque ad un rapporto sessuale a pagamento. Queste prime dichiarazioni non avevano convinto gli inquirenti perché, per chi indaga, l'omicidio di Maria Campai sarebbe stato premeditato. Inoltre, l'ipotesi è che l'omicidio sia stato messo in atto dopo alcune ricerche su Internet, anche su pratiche sessuali estreme, probabilmente rifiutate dalla donna.

Una certezza è che il giovane dopo aver sferrato a Maria un colpo alla testa forse con un oggetto l'ha poi soffocata a mani nude. All’inizio non si è escluso che fosse stato impiegato un colpo contundente, forse un attrezzo da palestra. La versione più accreditata, però, è che il ragazzo abbia agito a mani nude colpendo la donna al volto e alla testa. Ad un primo esame esterno del cadavere non risultano ferite né da taglio ne da arma da fuoco. Lunedì sul luogo del delitto arriveranno i Ris di Parma per ulteriori rilievi e nella stessa giornata il magistrato della Procura dei minori di Brescia affiderà l'incarico per l'autopsia sul cadavere di Maria.

Il 17enne praticava palestra e Mma

Il 17enne, dotato di una “notevole forza fisica”, frequentava regolarmente una palestra e praticava l’Mma, uno sport da combattimento che riunisce varie discipline di difesa e di attacco, con l'impiego di pugni e calci. "Essere magro per tutta la vita mi ha fatto pensare di farla finita, non sono riuscito a trovare una ragazza e non ci riesco ancora, ho perso fiducia in me stesso",  ha scritto il ragazzo pochi mesi fa sui suoi profili social. "Ma il giorno in cui ho scoperto la palestra e ho iniziato ad allenarmi e a mettere su massa muscolare ho continuato ad andare avanti e ora sono andato in palestra per un anno. Mi pento di molte cose che ho fatto, ma andare in palestra non è una di queste".

La testimonianza della sorella Roxana

Importantissima è stata la testimonianza della sorella di Maria, Roxana, che ha dichiarato di aver visto i due allontanarsi insieme per l'ultima volta giovedì sera 19 settembre. La sorella avrebbe accompagnato Maria in auto da Parma, dove entrambe risiedevano, a Viadana per incontrare un uomo: “È per un colloquio di lavoro” aveva detto la vittima.

Ad attendere Maria c'era “un uomo forse di 28-30 anni ma con il buio ho confuso l'età. Era proprio il giovane 17enne. L'ho rivisto ieri mentre, con un uomo, stava andando prima in farmacia e poi nella caserma di Viadana. Era proprio lui”, ha raccontato Roxana. Insieme i due si sono allontanati da via Monteverdi, dove era stato fissato l'appuntamento, e da allora di Maria più nessuna traccia. Roxana, preoccupata per la sorella, ne aveva poi denunciato la scomparsa ai carabinieri il giorno dopo.

La parole del padre del 17enne

Nella cittadina alcuni testimoni parlano di “un bravo ragazzo”, senza particolari problematiche. Il ragazzo si trova ora rinchiuso nel carcere Beccaria di Milano in attesa della convalida della misura cautelare da parte del Gup e dell'interrogatorio dei garanzia. Il padre lo ha difeso: “Non ci credo non penso che un ragazzo di 17 anni possa fare tutto questo da solo. Ma se è stato così, chiedo scusa ai familiari della vittima. Mio figlio non mi ha mai dato preoccupazioni. Chiedete. È un ragazzo calmo. Neanche io so cosa gli ha preso, se davvero è stato lui. Non lo so proprio".

Inoltre, ha dichiarato che secondo il suo parere è improbabile che un ragazzo così giovane possa convincere una donna adulta ad “appartarsi”: “Non escludo che possa essere stato lui, mio figlio, ma non escludo che possa esserci un altro. Cosa ne sappiamo? Quell'amico dov'è? Devo vedere mio figlio. Devo capire cosa è successo. Mi è dispiaciuto per prima cosa per la vittima. Se è stato mio figlio, chi ha sbagliato pagherà, fosse mio figlio, fosse mia madre, fosse chiunque altro, un giorno o l'altro pagherà. Bisogna aspettare. Mi chiedo una cosa: come fa un diciassettenne a convincere una 42enne?”

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