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Neonati morti a Parma, Chiara Petrolini arrestata per “doppio infanticidio” e occultamento di cadavere, test Dna conferma maternità

La studentessa 22enne, Chiara Petrolini, è stata arrestata per l'infanticidio e l'occultamento di cadavere dei 2 neonati trovati morti a Traversetolo, in provincia di Parma. Il test del Dna ha confermato che lei e l'ex ragazzo Emanuele sono i genitori di entrambi i bimbi. La mamma dell'ex: “Finalmente”

20 Settembre 2024

Chiara Petrolini

fonte Facebook @chiarapetrolini

È scattato l'arresto per la studentessa 22enne, Chiara Petrolini, per “doppio infanticidio” e occultamento di cadavere dei 2 neonati trovati morti a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. La ragazza avrebbe, dunque, ucciso entrambi i neonati e seppelliti nel giardino della sua villetta bifamiliare in cui viveva con la famiglia. Il test del Dna, nel tardo pomeriggio di giovedì, ha confermato che lei e il suo ex fidanzato Emanuele sono i genitori anche del primo bambino trovato morto a Traversetolo. I resti del secondo neonato erano già stati ricondotti ai due dopo il ritrovamento. Resta comunque da chiarire se qualcuno possa averla aiutata nel duplice omicidio o nell'atto di seppellirli. La ragazza si trova ora agli arresti domiciliari. La Procura di Parma terrà una conferenza stampa in merito alle 11 di oggi, 20 settembre.

Neonati morti a Parma, Chiara Petrolini arrestata per “doppio infanticidio” e occultamento di cadavere: il colpo alla testa 

Il primo neonato, di sesso maschile, era stato ritrovato il 9 agosto nella villetta di via Baglietta e il ritrovamento del secondo piccolo, pochi giorni dopo, aveva fatto scattare i dubbio che entrambi potessero essere ricondotti alla stessa madre. Inoltre, sulla testa di uno dei 2 neonati, venuto al mondo vivo, era stato riscontrato un colpo. È ancora da accertare se il colpo sia stato volontario o involontario, magari conseguenza di un urto sulle mattonelle mentre veniva sotterrato. Il sindaco di Traversetolo, Simone Dall’Orto, giovedì aveva lanciato un appello attraverso l’Ansa: “Non siamo una comunità omertosa. L’appello che faccio è che chi sa qualcosa parli. Se qualcuno fino ad ora non lo ha fatto per paura, è tempo di rivolgersi agli inquirenti. Qualsiasi dettaglio o confidenza passata può essere utile a fare chiarezza”.

L'ipotesi dell'ossitocina

Gli inquirenti stanno inoltre indagando sul sospetto che la ragazza abbia utilizzato l'ossitocina per indurre il parto. Nel bagno dove Chiara ha partorito e nella sua camera, gli inquirenti, hanno infatti ritrovato tracce di sangue con il Luminol. Il sospetto è che proprio a causa della partenza programmata - per due giorni dopo a New York - lei abbia fatto ricorso all’ossitocina per partorire. Questo ormone è utilizzato durante il travaglio per stimolare la contrazione dell'utero. Si indaga su chi potrebbe averglielo fornito ed iniettato. Chiara Petrolini, inoltre, era partita per un viaggio in un periodo coincidente con i giorni successivi al primo parto. L’anno dopo ha fatto la stessa cosa con il viaggio a New York. Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se ci sia una correlazione tra i parti e i viaggi.

L'amica “ostetrica”

Dagli inquirenti era stato escluso il coinvolgimento nella vicenda dell’ex fidanzato Emanuele, ignaro della gravidanza e tanto meno della morte dei due piccoli sepolti poi in giardino. Continuano gli interrogatori a 6 persone vicine alla giovane, tra le quali anche 2 amiche coetanee, di cui una studiosa di ostetricia. Secondo alcuni, quest'ultima potrebbe aver aiutato Chiara durante il parto. Si indaga anche sui genitori della ragazza.

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