17 Novembre 2023
Fonte: Imagoeconomica
Diffusi i dati del Rapporto Caritas 2023, che parlano di un'Italia che 2022 contava 5,6 milioni di poveri, di cui circa un quarto annoverabili tra i "lavoratori". Il Rapporto Caritas 2023 su Povertà ed Esclusione Sociale, nominato Tutto da perdere è stato presentato oggi, venerdì 17 novembre, in anticipazione della VII Giornata Mondiale dei Poveri, attesa il prossimo 19 novembre. Alla diffusione dei dati, non sono mancati numerosi commenti online, buona parte dei quali hanno puntato il dito sulle responsabilità degli ultimi governi (Conte II e Draghi) in merito alla situazione sociale in cui versa il Paese.
"Dopo quasi trent’anni dalla prima uscita del Rapporto - recita l'introduzione del report presentato oggi - il fenomeno della povertà può dirsi completamente stravolto nei numeri e nei profili sociali. Si contano oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti (+357mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione: un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso. È un fenomeno ormai strutturale e non più residuale come era in passato".
Viene quindi affrontato il tema dei lavoratori che, nonostante l'impiego, non riescono a superare la soglia di povertà: "Focus centrale di questa edizione è dedicato al fenomeno dei working poor, ossia di quelle situazioni di povertà personali e familiari, in cui non manca il lavoro, ma il reddito non è sufficiente a una vita dignitosa". Sarebbero considerati tali almeno il 22,8% dei 5,6 milioni citati, lavoratori il cui reddito non supera i 640 € mensili, se da soli, o i 1400 €, nei casi di famiglie con un figlio a carico.
La diffusione del report della Caritas ha scatenato accese discussioni online, in particolare riguardo al dato dei nuovi poveri tra il 2021 ed il 2022, aumentati in pochi mesi di 357mila unità. In molti accusano di ciò i governi Conte II e Draghi, senza risparmiare critiche alla politica di chiusura totale imposta nei mesi di lockdown durante la pandemia Covid.
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