13 Marzo 2023
Fonte: Lapresse
Ennesimo naufragio di migranti, questa volta a largo delle coste della Libia: delle 47 persone a bordo, 30 risultano disperse in mare e solo 17 sono state tratte in salvo. Le opposizioni vanno all'attacco: "Piantedosi si dimetta".
Il barcone, partito dalla Libia nella notte di sabato 11 marzo, si è rovesciato in acque Sar libiche a circa 100 miglia dalla costa. Nella giornata di ieri, 12 marzo, i migranti a bordo avevano lanciato un sos mettendosi in contatto con gli attivisti dell'ong Alarm Phone, i quali subito hanno diramato la richiesta di soccorso al Centro Nazionale di coordinamento del soccorso marittimo di Roma, a quello maltese e a quello libico. La Guardia Costiera del Paese nordafricano, tuttavia, ha rimbalzato l'onere dei soccorsi verso le autorità italiane, per apparente mancanza di mezzi navali.
Le autorità competenti italiane hanno provveduto a inoltrare un messaggio satellitare d'emergenza a tutte le navi in transito nei pressi dell'imbarcazione in difficoltà. Sul posto, sono convenuti quattro diversi mercantili: dapprima il Basilis L, impossibilitato ad effettuare i soccorsi a causa del maltempo, e in seguito l'Atlantic North, il Kinling e la motonave Froland. Durante le operazioni di trasbordo su quest'ultima, tuttavia, il barcone si è capovolto e 30 persone sono finite in mare. Delle restanti 17, tutte tratte in salvo, due sono risultate ferite e dunque trasportate all'ospedale di Malta, mentre le altre 15 raggiungeranno l'Italia. Nel frattempo, continua la ricerca dei dispersi da parte dei mercantili presenti in zona, coadiuvati da due velivoli Frontex.
Nonostante le dichiarazioni della Guardia Costiera italiana - "L'intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell'area di responsabilità Sar italiana registrando l'inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area" - durissime sono state le reazioni delle opposizioni, ancora una volta critiche nei confronti dell'operato del governo Meloni in materia d'immigrazione. La neoeletta segretaria del Pd Elly Schlein ha tuonato: "È una vergogna per l'Italia e per l'Europa, non possiamo più vedere il Mediterraneo ridotto a un grande cimitero a cielo aperto", seguita a ruota dagli esponenti di Alleanza Verdi Sinistra, i quali hanno ribadito che il barcone era "stato segnalato ieri sera e al quale il governo italiano ha chiesto di tornare indietro e alla guardia costiera libica di intervenire, risultato: altre vite annegate in mare. Il ministro Piantedosi, che coordina queste operazioni, è un'onta per l'Italia e ne chiediamo dimissioni".
E dall'Ue è arrivato l'attacco dei Socialisti e Democratici Ue (S&D). "Un'altra catastrofe evitabile che mostra la vera mancanza di umanità e compassione nel governo Meloni", ha scritto su Twitter la presidente Iratxe Garcia Perez. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal canto suo, ha cercato di smorzare i toni: "Non bisogna mai strumentalizzare quello che accade" - ha riferito - "Sono convinto, conoscendo la Guardia costiera, la Marina militare italiana e la Guardia di finanza, che questi uomini di mare non lascino mai nessuno senza soccorso''.
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