21 Febbraio 2023
Liliana Resinovich. Fonte: Twitter @FrancoScarsell2
La Procura di Trieste ha chiesto l'archiviazione del caso Liliana Resinovich. A più di un anno dal ritrovamento del corpo della donna, in data 5 gennaio 2022, non sono emersi elementi a sostegno dell'ipotesi di omicidio. L'ultima parola spetta ora al Gip, che potrà disporre la chiusura del fascicolo o il prosieguo delle indagini.
Liliana Resinovich, residente nel capoluogo friulano, si era allontanata da casa il 14 dicembre 2021, per poi far perdere le proprie tracce. Di lì a due settimane, però, il suo cadavere era stato rinvenuto nell’area boschiva circondante l'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. Sul caso, a detta della stessa Procura, il "gorgo mediatico" ha speculato dalla prima ora, propendendo per quelle che oggi sono state definite "illazioni arbitrarie e fantasiose". Secondo i pm, infatti, "la sola ricostruzione degli eventi consegnata dagli atti processuali è quella dell’intenzionale allontanamento" della donna "dalla sua abitazione e dell’altrettanto intenzionale decisione di por fine alla propria vita". In altre parole, Liliana si sarebbe suicidata.
Le indagini condotte nell'ultimo anno non avrebbero dunque portato all'attenzione dei magistrati elementi rilevanti per avvalorare ipotesi alternative. Ciò non significa, però, che ogni dubbio sia stato sciolto. Molti si sono chiesti se la donna sia deceduta immediatamente dopo la scomparsa o se sia nascosta per attendere qualche giorno. La Procura, dal canto suo, glissa sulla questione, precisando che "non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all’archiviazione della vicenda: è sufficiente constatare" - si legge sul comunicato divulgato in giornata - "che dalle indagini, scrupolosamente condotte, non è emersa, con un minimo di concretezza, alcuna ipotesi di reato specifica e perseguibile ai danni della deceduta».
A dar man forte al partito pro archiviazione, poi, ci sarebbe l'esito della consulenza medico legale. La morte della donna, stando alle conclusioni dell'indagine autoptica, è da imputare a una caso di "asfissia", avvenuto con molta probabilità "2-3 giorni prima" del ritrovamento del corpo. Su di esso, infatti, non è stato ravvisato alcun "segno ragionevolmente riportabile a violenza per mano altrui", oltre a "lesioni attribuibili a difesa".
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