21 Gennaio 2023
Sembra che Messina Denaro avesse in testa un’idea molto più grande in 30 anni di latitanza: una forte unione tra associazione mafiosa e politica. "Una grande rete di soggetti invisibili", il tutto creando logge massoniche coperte "ove vengano affiliati solo personaggi di un certo rango e ove la componente violenta della mafia ne divenga il braccio armato", così scrivono i parlamentari della Commissione Antimafia.
Così, dopo aver ucciso "tanta gente da riempire un camposanto", Messina Denaro aveva spostato la sua Cosa Nostra sugli affari, immergendola nel più grande gioco: relazioni in altri stati (Spagna e Inghilterra) e oltre oceano (New York e Venezuela), eolico, edilizia, supermercati, cliniche, villaggi turistici. Soldi per tutti, per un giro stimato attorno ai 4 miliardi di euro.
Il Grande Oriente d’Italia ha reso noto d’aver subito sospeso il medico massone trapanese, Alfonso Tumbarello, indagato per la latitanza di Messina Denaro, richiamando tutti alla presunzione d’innocenza. Il provvedimento di sospensione è “a tempo indeterminato” e riguarda “ogni attività massonica”. Così è previsto dagli articoli 15 e 32 della costituzione dell’Ordine. Principio sacrosanto che nulla toglie, tuttavia, alla storia delle logge da queste parti.
"La massoneria è un cemento che lega le persone e le fa stare anche fisicamente in un’unica stanza, di compensazione, dove possono realizzare i loro interessi non sempre leciti", spiegò Michele Prestipino all’Antimafia quando era procuratore aggiunto di Reggio Calabria, altra zona colpita dagli stessi eventi malavitosi.
Per 30 anni Messina Denaro è sfuggito alle forze dell'ordine, inseguendo la sua idea di potenza, che sempre ha avuto una radice profonda nella sua Castelvetrano. Tutto ciò è stato possibile perché una rete di copertura di carattere massonico lo ha protetto in tutto il mondo. Carte e bigliettini sequestrati nei suoi covi potranno dire molto, una volta analizzati. Ma parecchio può dire anche la vita quotidiana di Castelvetrano e dintorni.
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