16 Aprile 2022
Fonte: lapresse.it
L'Italia vieta l'ingresso dei porti alle navi russe. Da domenica 17 aprile 2022, infatti, le navi battenti bandiera russa non potranno più entrare nei porti della nostra penisola. La misura è contenuta in una circolare del Comando generale delle Capitanerie di Porto che ha recepito la direttiva 2022/576 dell’8 aprile dell’Unione europea. Questa ha modificato il precedente regolamento dell’Ue 833/2014, la quale prevedeva le "misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina".
Le navi che in questo momento si trovano a galleggiare in uno dei qualunque porti italiani saranno costrette a lasciarli. Tuttavia questo avverrà dopo il "completamento delle proprie attività commerciali". La nuova sanzione - l'ennesima pensata per aumentare la pressione attorno a Vladimir Putin - sarà applicata anche a tutte le imbarcazioni che, dopo il 24 febbraio 2022, data di inizio della guerra in Ucraina, hanno cambiato la propria bandiera da russa a quella di un’altra nazionalità.
Il divieto, in ogni caso, non riguarderà le navi che richiederanno accesso ai porti italiani per assistenza, rifugio o che hanno salvato vite in mare. Ma non è ancora finita: le autorità competenti possono autorizzare una nave ad accedere a un porto, "alle condizioni che ritengono appropriate", se questo è necessario per "l'acquisto, l'importazione o il trasporto nell'Unione di gas naturale e petrolio, compresi i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, titanio, alluminio, rame, nichel, palladio, minerali di ferro, nonché taluni prodotti chimici e ferrosi elencati", e anche "l'acquisto, l'importazione o il trasporto di prodotti farmaceutici, medici, agricoli e alimentari, compreso il frumento e i fertilizzanti la cui importazione, il cui acquisto e il cui trasporto sono consentiti ai sensi della presente decisione", e ancora "scopi umanitari", "il trasporto di combustibile nucleare e altri beni strettamente necessari al funzionamento delle capacità nucleari civili" oppure "l'acquisto, l'importazione o il trasporto nell'Unione di carbone e altri combustibili fossili solidi".
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