15 Febbraio 2022
Paolo Berlusconi
Paolo Berlusconi, imprenditore ed editore, si sfoga in merito al processo "Mani Pulite". Intercettato dall'Adnkronos il fratello di Silvio Berlusconi definisce l'operazione come "un’occasione persa per rilanciare in modo corretto il rapporto tra politica e mondo degli affari". E ancora rincara la dose: "Anziché rimediare alle storture che erano nate per le esigenze del finanziamento dei partiti, storture ovviamente conosciute da tutti, si è voluto fare un’azione politica per defenestrare una sola parte dei partiti che costituivano il panorama politico italiano".
Paolo Berlusconi commenta: "Da un’esigenza reale, che c’era ma che si doveva esaminare e affrontare con un altro spirito, si è scelto un giustizialismo che non ha fatto bene all’Italia. E oggi, dopo 30 anni, svanite le nebbie che hanno oscurato e obnubilato le menti in quel periodo, si riesce a intravedere meglio la realtà dei fatti. Ricordo il discorso di Bettino Craxi in parlamento, e quella era forse la strada da seguire, vale a dire affrontare da un punto di vista politico una realtà che era degenerata".
Per Paolo Berlusconi, dunque, Mani Pulite "poteva essere l’occasione per rimediare a un andamento motivato proprio dalle esigenze della politica, bisognava essere meno ipocriti, capire che la politica aveva le sue esigenze, e quindi affrontarle in modo adeguato. Da un lato, quindi, è stata un’occasione persa, e dall’altro ha dato il via a un’azione politica che ha stravolto l’ordinamento italiano. Ricordiamoci che sono stati aboliti cinque partiti, casualmente erano quelli di centrodestra. Poi si è inventato la discesa in campo mio fratello, che ha capito che c’era bisogno di un altro contendente sul ring, e si è prestato alla politica con il risultato che sappiamo".
Il caso Palamara ha recentemente scoperchiato il vaso di pandora riguardo l'influenza delle toghe nel mondo della politica che da Mani Pulite in poi hanno avuto sempre più influenza. Paolo Berlusconi a tal proposito osserva: "Credo sia una realtà ormai sotto gli occhi di tutti, non serviva il libro di Palamara per attestare questa realtà, perché era una realtà veramente sotto gli occhi di tutti. Poi in Italia è difficile cercare di affrontare questo tema. Forse con i referendum attuali, a cui io ho dato la mia firma come uno dei tantissimi, si affronterà il tema, anche se le recenti vicende del Csm, di come stanno per essere affrontate nonostante gli squarci di verità del libro di Palamara, non lasciano presagire molto di buono", conclude l'imprenditore.
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia