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Chi è Flavio Carboni: da Berlusconi a Licio Gelli, il faccendiere dei misteri morto a 90 anni

Morto nella notte fra il 23 e il 24 gennaio 2022 Flavio Carboni: chi è il faccendiere dei misteri accusato di avere rapporti con Cosa Nostra, P2 e Silvio Berlusconi

24 Gennaio 2022

Flavio Carboni

Flavio Carboni (fonte: Twitter @FrancoScarsell2)

Chi è Flavio Carboni, morto il misterioso personaggio ricordato per essere stato faccendiere all'interno degli ambienti di Cosa Nostra e P2. 90enne, è stato colpito da un infarto nella notte fra il 23 e il 24 gennaio. Il suo nome è sempre stato menzionato in merito alle pagine più oscure della storia d'Italia. Indagato e assolto per la morte del banchiere di Dio Roberto Calvi, era rimasto coinvolto anche nella vicenda del crac del Banco Ambrosiano. Nota anche la vicenda della vendita di Villa Certosa, che a lui apparteneva, a Silvio Berlusconi. "Un furto" l'aveva definita.

Chi è Flavio Carboni, faccendiere dei misteri

Il nome di Carboni diventa noto negli anni '70. All'epoca quarantenne, si fa spazio nel mondo dell'alta finanza e dell'industria immobiliare. Negli stessi anni intrattiene rapporti di prim'ordine con personaggi quali Pippo Calò, boss mafioso; l’ex gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Armando Corona; l’agente segreto, Francesco Pazienza; il capo della loggia P2, Licio Gelli. Carboni era considerato un tuttofare delle organizzazioni criminali più oscure della storia italiana. Si dice anche fosse l'anello di congiunzione fra le stesse, uomo di fiducia al soldo del miglior offerente. Rimarrà legato indissolubilmente al tentato omicidio di Roberto Rosone, vicepresidente del Banco Ambrosiano. Questi era diventato un nemico di Carboni e Calò, pertanto, stando alle ricostruzioni della magistratura fu incaricato Danilo Abbruciati, esponente di spicco della Banda della Magliana, di farlo fuori. Abbruciati però fallì, accendendo i fari dei Pm, che cominciarono a indagare. Per questo fatto Carboni venne condannato a dieci anni di carcere nel 1994. Venne poi assolto dalla Cassazione nel 1999. Carboni ricevette altre condanne sempre per i suoi rapporti con il Banco Ambrosiano e l'indagine sulla cosiddetta P3.

Villa Certosa 

Durante gli anni di reclusione Silvio Berlusconi rilevò da Flavio Carboni Villa Certosa, la proprietà immobiliare di Porto Rotondo che da allora l'ex cavaliere usa come residenza estiva. L'avvocato di Carboni negoziò per suo conto, ma apparentemente favorendo l'allora leader di Forza Italia che approfittò del momento difficile di Carboni: "L'acquisto di Villa Certosa?  Un furto, una rapina. Lo venni a sapere quando ero in carcere a Parma e mandai telegrammi a Berlusconi, Dell’Utri, Confalonieri, diffidandoli dal comprarla. Diedero al mio assistente Emilio Pellicani mi pare 800 milioni di lire, ma non corrispondevano neanche a un decimo, a un ventesimo, del suo valore."

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