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Le parole di Patrick Zaki dopo la scarerazione: "Ora sono felice. Devo solo dire grazie all'Italia"

In esclusiva al Corriere della sera le parole di Patrick Zaki dopo l'uscita dal carcere egiziano: "Grazie a tutti quelli che hanno tenuto accesa la luce"

09 Dicembre 2021

Manifestazione per la liberazione di Patrick Zaki a Roma, 2021

Manifestazione per la liberazione di Patrick Zaki a Roma, 2021 (fonte: lapresse.it))

Le prime parole di Patrick Zaki all'uscita dal carcere egiziano dove ha trascorso quasi due anni sono state affidate in esclusiva al Corriere della Sera. "Sono ancora un po' confuso, tutto sta andando velocemente. Ma ora sono felice, sono qui con la mia famiglia, con tutte le persone che amo. Tutto qui." Impossibile non notare la forte emozione anche se le parole sono state affidate, per il momento, alla carta stampata. Dopo circa ventidue mesi Zaki non vede l'ora di tornare nel suo paese di adozione.

Le scarcerazione

"Non mi hanno annunciato che sarei stato rilasciato. All'improvviso mi hanno portato al commissariato, e hanno iniziato a prendermi le impronte - dice lo studente dell'Alma mater di Bologna - Non capivo cosa stesse succedendo, non c'erano segnali che mi stessero per scarcerare. Ero confuso. Non posso dire tutti i dettagli e preferisco non parlare delle condizioni di detenzione. Ma poi ho capito che c'era una speranza. È la speranza, sai, la cosa più difficile da tenere in vita quando ti tolgono la libertà."

La dichiarazione d'amore verso l'Italia

"Io devo solo dire grazie all'Italia per essere stata vicina a me e alla mia famiglia. Grazie a tutti quelli che hanno tenuto accesa la luce. E l'elenco è lunghissimo. Gli amici in ogni parte del mondo, che si sono dati da fare per me. Ma anche la vostra delegazione diplomatica che è venuta alle udienze. Poi l'università di Bologna. Tutti i compagni di master, ma in particolare la professoressa Rita Monticelli. È la mia mentore al master Gemma a Bologna. Una persona che mi ha trattato come un figlio. E non mi ha trasmesso solo conoscenza ma anche valori. L'empatia, il rispetto. E l'ascolto. E poi mia sorella Marise. Ma sicuramente così faccio arrabbiare qualcuno, mi fermo qui."

E aggiunge: "Vedere in aula i vostri rappresentanti diplomatici durante le udienze mi ha dato forza. Non dimenticherò mai tutte le volte in cui durante le visite mi venivano raccontate le manifestazioni, delle piazze. E di tutte le iniziative organizzate per chiedere il mio rilascio in questi quasi due anni. Mi ha riempito di orgoglio sapere che una persona del livello della senatrice Liliana Segre e della sua statura morale si sia interessata a me. Voglio conoscerla. Assolutamente. Spero che questo avvenga quanto prima. Spero che avvenga presto che io possa tornare in Italia. Non so se ci sia un'interdizione per viaggiare all'estero. Per ora so che posso tornare al Cairo. Spero di poter riprendere davvero presto il master a Bologna. Non vedo l'ora di poter riabbracciare i miei compagni, i miei professori. E c'è un posto dove vorrei andare prima o poi, in Italia. A Napoli. Non ci sono mai stato. La mia bisnonna Adel veniva da Napoli. Non parlo così bene l'italiano, ma l'accento di quella parte del Paese mi ha sempre affascinato. Amo molto gli autori napoletani."

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