13 Ottobre 2021
Fonte: kikocosmetics
Kiko: "Green Pass? Lo chiederemo a tutti i dipendenti". E sui tamponi gratis per i dipendenti non vaccinati? "No, l’azienda e la collettività non devono assumersi questo costo”. È questa la decisa posizione di Cristina Scocchia, AD di Kiko Cosmetics. Le parole dell'imprenditrice hanno scatenato la risposta dei social: tra chi l'applaude e chi la critica l'hashtag #Kiko è in pochissimo tempo salito in vetta alla classifica dei trend italiani.
È ormai da mesi in atto la guerra sul Green Pass. Guerra che sta interessando tutta la penisola e che interessa tutte le categorie di lavoratori. L'approssimarsi del 15 ottobre, data in cui sarà obbligatoriamente richiesto a tutti i lavoratori, fa emergere i contrasti in modo più deciso. Chi fino ad ora ha rifiutato le somministrazioni di vaccino, dovrà ricorrere a tre tamponi settimanali per poter lavorare sia in ufficio che da casa. Le aziende iniziano a schierarsi, alcune in difesa del certificato verde e contro chi decide di non vaccinarsi, altre sostenendo i costi dei tamponi per i propri lavoratori, che, per motivi personali, decidono di sottoporti alla somministrazione.
L’azienda di cosmetici Kiko, tramite l’Amministratrice delegata Cristina Scocchia, intervistata durante la trasmissione televisiva Otto e Mezzo, ha dichiarato: "Chi decide di non vaccinarsi deve pagare le spese di questa decisione. E non deve essere né l’azienda né la collettività ad assumersi questo costo". La questione non è "economica, ma una questione di principio. Il Green Pass e una sua corretta applicazione sono fondamentali per uscire da questa pandemia. Quindi andremo avanti per questa strada nonostante le difficoltà". E sul Green Pass: "Non faremo controlli a campione, ma controlli puntuali. Chi non ha il Green Pass dovrà tornare a casa e verrà sospeso. Io come datore di lavoro ho il dovere di garantire la salute e la sicurezza di tutti i miei dipendenti, vaccinati e non vaccinati, e oggi il modo migliore è applicare le regole del Green Pass senza tentennamenti, senza ritardi e senza sconti".
Nell’azienda, che conta 2500 dipendenti, oltre il 15% non è ancora vaccinato.
Le parole dell'ad di Kiko hanno scatenato, com'era prevedibile, la reazione da parte degli utenti su twitter. Non solo il virologo Burioni, che ha commentato in modo positivo la scelta dell'azienda, ma anche gli utenti "comuni" hanno preso una posizione rispetto alle parole di Cristina Scocchia. In moltissimi hanno dichiarato di voler boicottare il brand e i suoi negozi accusandolo di non rispettare i diritti e le libertà individuali dei dipendenti. "Ciao Kiko, neanche più un rossetto".
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