17 Marzo 2025
Che non ci sia più religione da tempo ce ne eravamo accorti. Ma che addirittura potessimo far credere che tramite AI ci si possa liberare dai peccati più gravi, era idea ben lontana.
Eppure è quel che una Chiesa Cattolica in Svizzera ha voluto proporre e far pensare mediante un’istallazione olografica denominata “Deus in machina’’, un’immagine virtuale di Gesù all’interno di un confessionale in grado di interagire con i visitatori.
Il progetto- ideato dall’Università di Lucerna- ha voluto esplorare il rapporto fra arte, tecnologia e religione, animando un ologramma di Gesù mediante intelligenza artificiale programmata con testi teologici, con cui i fedeli potevano interagire con un botta e risposta tramite un microfono.
In principio "Il Gesù virtuale" avrebbe dovuto dispensare consigli e dar supporto spirituale in qualsiasi momento ai visitatori, senza prevedere l'ascolto attivo dei peccati intimi delle persone. Però, aver installato l’interfaccia digitale in un vero confessionale, lì nello stesso luogo dove il fedele si confessa in solitudine con il prete, ha confuso non poco.
L'iniziativa ha suscitato dibattiti sul ruolo dell'intelligenza artificiale nella pratica religiosa, sollevando domande sull'autenticità dell'esperienza spirituale mediata dalla tecnologia. Alcuni teologi ed esperti hanno espresso preoccupazioni riguardo all'uso dell'IA in contesti religiosi, sottolineando la necessità di un discernimento umano nella cura pastorale. Infatti, per molti, risulta impossibile che una macchina assolva peccati, ruolo da sempre intrinseco nell’esperienza prettamente umana.
In definitiva, l'intelligenza artificiale può essere un valido supporto alla ricerca spirituale, ma non potrà mai sostituire il ruolo umano nel percorso di fede. Il suo utilizzo deve essere guidato da un approccio etico e consapevole, affinché rimanga uno strumento e non diventi un surrogato della religione stessa.
Proprio vero che è bene non porre mai limiti alla Provvidenza.
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