10 Aprile 2023
La superstizione è faccenda antica quanto l'uomo e non meno curiosa. Può assumere i lineamenti più strani, più subdoli ma non lo molla, può avere le facce distopiche di quelli che alle conferenze mi informano, “io per me sono contro tutto” e poi mi insegnano che “il sistema” ha infilato le scie chimiche nel vaccino; e può tornare ai rituali antichi, magici e stregoneschi della scaramanzia, con cui è strettamente imparentata, officiati dalla santona Gisella Cardia che a Trevignano mette in scena una versione strapaese delle Nozze di Cana con la moltiplicazione delle pizze e degli gnocchi. Ma chi è superstizioso rifiuta il ragionamento e passa da una suggestione all'altra, da un inganno all'altro, come quello che alla santona aveva dato centotrentamila euro, non si è capito per cosa, e adesso dice: “Mi ero fidato ma lei è il diavolo”. Il diavolo? O una delle mille cialtrone che fanno fortuna “sui coglioni che vanno inculati” come riassume efficacemente Wanna Marchi dall'alto della sua indiscussa autorità? Questi maghi o santoni hanno tutti antichi problemi con la giustizia e anche la santona Gisella era scappata col marito dalla Sicilia, dove è pregiudicata e dove la volevano sistemare secondo tipiche consuetudini isolane. Ma per il signor Luigi Avella e per quelli come lui ci voleva molto, troppo a capirlo, ad accettarlo, la ricerca del prodigioso cui abbandonarsi è invincibile e terribile: unico sprazzo di lucidità, la consapevolezza, tardiva: questa mi ha fregato. Però non del tutto: “Se dovesse venire fuori che è tutto falso, le chiederò indietro i soldi”. Se dovesse emergere che la statua di gesso non piange e che nessuno ha visto moltiplicarsi fette di pizza e gnocchi fumanti. Anche gli adepti di mamma Ebe o della maga Clara non si rassegnavano mai completamente all'evidenza dei processi e dei bottini fatti sparire.
La superstizione è ambigua, ha gli occhi sbarrati di chi non si fida dei vaccini e ci mette dentro le scie chimiche e il 5G che poi userà come non ci fosse un domani, essendo di quelli che non si staccano dal telefono a caccia di complotti; ma può avere anche gli occhi, ugualmente dilatati e vacui, degli altri che di vaccini se ne sparano a cinque, dieci per volta e tengon su la mascherina “perché non si sa mai”. E quando qualcuno ci lascia le penne dicono: è stato il clima. Di conseguenza diventa difficile, se fai questo mestiere, orientarsi e affrontare un pubblico perché di raziocinanti non ne restano più e se sei contro una pratica ti iscrivono d'ufficio alla pratica opposta che magari non sopporti allo stesso modo. All'ultima conferenza a Milano c'era una grande supertitiziosa, che però si percepiva come una razionalista cartesiana, “non mi fido di nessuno, il sistema mente sempre” e mi spiegava che la Ana Obregòn che fa la mamma nonna di un bebé cavato dallo sperma del figlio morto “è una menzogna, non esiste, siete voi giornalisti che inventate sempre” e poi passava con il resto della platea mugghiante a recitare pari pari la propaganda su Putin, dipinto con accenti mistici, il nuovo Cristo, un martire, uno provocato e invaso, la stessa che si diceva nel '39 di Hitler. E se mi provavo ad argomentare, partendo da una critica, dura, a Zelensky per concludere che Putin sarebbe rimasto stritolato prima o poi dai giochi americani e cinesi, mi guardavano con rabbia e con sgomento: ma insomma questo da che parte sta?
Nella superstizione oggi scientista, che è l'esatto contrario della scienza, ci stanno pure i grandi allarmi alla moda, ultimo dei quali la siccità. È un classico del terrorismo climatico la superstizione siccitosa, riporta ai prodigi e ai disastri biblici, Noè che imbarca gli animali e parte, Mosè che passa e il mare si sposta. Tutti a dire: non piove abbastanza, non piove abbastanza, ci vuole una inondazione, una alluvione, ci vuole il diluvio catartico e definitivo. Ma Franco Battaglia, scienziato dispettoso, pubblica su “la Verità” le ricerche dell'Istat sulle precipitazioni e l'Istat, che pure è istituto ideologizzato, deve ammettere che la piovosità è sostanzialmente stabile da almeno 20 anni; quello che è peggiorato è la qualità delle infrastrutture, acquedotti, tubi, sistemi di raccolta delle acque pluvie, distibuzione; è la quota di dispersione che in certe zone del Sud arriva all'80%, con la plebe in coda alla fonte con le taniche come due secoli fa. Quello che è peggiorato è anche la qualità dell'acqua che beviamo sulla quale i vari consorzi idrici lucrano da anni con la scusa del terremoto. Ma un delirante referendum “contro l'acqua privata” ha lasciato tutto in esclusiva mano pubblica, e quindi inoperosa e ladra, quando in ballo era non la titolarità collettiva dell'acqua, energia essenziale che nessun privato potrebbe mai intestarsi, ma l'ingresso in regime di partnership di soggetti privati in grado di ammodernare e potenziare il sistema strutturale delle erogazioni. Ma quando i dati, i fatti non fanno comodo è meglio ignorarli e parlare di punizione divina.
Anche la maestra sospesa per un'Ave Maria in classe è un caso controverso, del quale non si ha alcuna certezza: certamente una bigotta, una esaltata col culto di Medjugorje, dopodiché le hanno attribuito di tutto, unguenti, acque miracolose, profezie e, nell'epoca del sovraccumulo informativo, nessuno è sicuro di niente. Se davvero ha fatto recitare ai bambini una preghiera mariana per Natale, sospenderla è stata una vigliaccata, ma se effettivamente questa trasmette un'idea violentemente punitiva della fede su allievi di pochi anni, va non sospesa ma rimossa. Intanto sia lei che il devoto della mistica pizzaiola sono diventati personaggi mediatici, volendo un piccolo miracolo anche se inflazionato. “Parla Luigi Avella, a lungo vicino alla santona e al marito”. Parla o delira? Ma l'informazione ipertrofica si nutre di ossessioni e di esagerazioni, di superstizioni fatte passare per opposizione al “sistema”, per dubbio metodologico, per consapevolezza dei risvegliati. Prima questa informazione di regime si piega alle ragioni uniche del regime, poi dà spazio a matti e paranoici per salvare la forma democratica e per alimentare la pubblicità su cui si regge. Il risultato è un pollaio dove ogni buon senso è bandito. Dopo aver letto in televisione un passo di un mio libro recente su quanto ci avevano fatto in tempo di regime concentrazionario, sono stato assalito da richieste di amicizia dai tipi più strani: adepti di varie sette, maniaci, lunatici, mascherati, cospiratori, delusi, ingannati, pareva il gran casino, la transumanza misteriosa che nel '68 e poi diei anni dopo, nel '77 aveva radunato il meglio della gioventù manicomiale in libera uscita. Coi risultati che sappiamo. Ho rifiutato praticamente tutti, in quell'orgia di pretesa amicizia non ce n'era uno disposto a indagare davvero sulle cause, avevano tutti in tasca la verità già cotta, il sistema che vuol farci morire però allo stesso modo vuole allevarci secondo pratiche demoniache. Io cercavo di diffondere una denuncia improntata a liberalismo, contro un regime che voleva, e c'è riuscito, annientarci come liberi e autonomi individui, ma a chi mi aveva sentito e poi cercato della libertà non importava un fico secco, erano tutti militanti delle formazioni più strambe e autoritarie. Erano gli stessi che mi auguravano o minacciavano la morte a prescindere, sia che avessi indugiato sia che avessi assunto il maledetto vaccino.
Scettici, ma alla disperata ricerca di certezze, di chiese. Contro il sistema, ma bisognosi di un sistema che li contenga e li rispecchi. Apoti, senza sapere che vuol dire e chi lo diceva, ma pronti a bersi di tutto. Allucinati dalla “propaganda” ma inclini a cascare in ogni propaganda. Anche quella sulla siccità come piaga biblica è propaganda e della peggiore, quella europeista mirata a depredare e sfinire con la scusa dei cambiamenti climatici: ma anche su quella gli adepti di default che “non se la bevono” hanno una spiegazione precisa e al massimo grado razionale: è “il sistema” che con le scie chimiche non fa piovere. Tu gli dici che Greta è un pupazzo di Soros al cui nome gli antiagenda oscillano sconvolti dal vento della pazzia furiosa, ma dopo poco obiettano: però Greta ci aveva visto giusto. Greta come la santona Gisella o come tutti quelli che con la scusa della libertà perduta cercano sempre di entrare o restare in quel sistema che denunciano ossessivamente, fondano sette, movimenti, partitini personali e dopo i creduli dicono: parlava bene, mi sono fidato, ma poi mi sono sentito abbandonato. E subito ne cercano un altro.
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