25 Ottobre 2022
Sforza e Maria Pia Ruspoli
Morto a Roma all’età di 95 anni il principe Sforza “Lillio” Ruspoli, paladino delle battaglie agrarie della destra sociale italiana. Era il fratello minore del più eccentrico Dado Ruspoli, protagonista del jet set negli anni della Dolce Vita romana. Anni fa abbandonò in polemica il Sovrano Ordine di Malta. Se n’e andato nella sua casa romana, all’età di 95 anni il principe Sforza detto “Lillio” Ruspoli, paladino delle battaglie agrarie della destra sociale italiana, ultimo vero - e fiero - rappresentante della nobiltà nera capitolina, quella che si vestì a lutto e si rinchiuse nei propri palazzi a seguito della presa di Porta Pia il 20 settembre 1870. Presa che determinò la fine dello Stato Pontificio e l’inizio dell’era unitaria italiana sotto la monarchia dei Savoia. Un’invasione, considerata come tale dai Papi e dalle famiglie nobili romane, almeno fino a quando Benito Mussolini, con una mossa a dir poco geniale, mise fine ai bisticci tra sabaudi e papalini con i Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929. Il Principe Sforza Ruspoli, fratello minore del più eccentrico Dado Ruspoli, protagonista del jet set negli anni della Dolce Vita romana, era nato appena due anni prima della firma di tali trattati tra Regno d’Italia e Vaticano, nel gennaio del 1927, ed aveva fatto in tempo ad essere giovane balilla, vivere gli anni del consenso del fascismo - di cui conservava un bellissimo ricordo - ma anche quelli più tragici della disfatta della Seconda Guerra mondiale, che in pochissimi anni aveva determinato la caduta dell’impero coloniale italiano e, con il referendum istituzionale del 1946, della monarchia dei Savoia e di tutto quel mondo legato alle vecchie classi dirigenti, per far posto al un nuovo regime politico repubblicano partitocratico. Un sistema poi collassato definitivamente con tangentopoli, il debito pubblico ed il finanziamento pubblico dei partiti che come diceva Ruspoli « aveva derubato del futuro le giovani generazioni ». Lillio Ruspoli, come quasi tutti gli aristocratici romani, i Savoia gli aveva sempre trattati con certo distacco, « io non sono monarchico ! » ci teneva sempre a sottolineare nelle sue numerose ospitate televisive quando ancora aveva l’uso della vista. Dal primo matrimonio con la duchessa Flavia Domitilla Salviati ha avuto Claudia e Giada, mentre dall’attrice Maria Pia Giamporcaro l’adorata figlia Giacinta.
Più riservato del fratello Alessandro “Dado” Ruspoli, (1924 – 2005), che negli anni della Dolce Vita fu uno dei massimi rappresentanti della mondanità internazionale, sposandosi e procreando più volte, Lillio Ruspoli ha mantenuto un profilo più politico, interessandosi al mondo agrario fondando i Centri di Azione Agraria, simbolo degli agricoltori italiani, soprattutto del Meridione, contrapposti al mondo dell’agricoltura specializzata e industrializzata del Nord Italia, e con il movimento Viva Zapata, che lui contrapponeva alla « spietata finanza internazionale » che depauperava le popolazioni del terzo mondo sempre più affamate. Ruspoli era uno dei nomi di riferimento della destra italiana, tanto che nel 1989 si presentò come capolista indipendente del MSI, venendo eletto al Consiglio Comunale di Roma con ben 37000 voti di preferenza. Nel 1993 ritirò la sua candidatura a sindaco di Roma per favorire Gianfranco Fini in competizione con Francesco Rutelli, competizione che poi verrà vinta da quest’ultimo. Nel 1994 accolse con tutti gli onori a Palazzo, Jean Marie Le Pen, il diavolo nero della destra francese. Proprio il robusto leader gallico prudentemente accantonato da Gianfranco Fini, con cui poi i rapporti si deteriorarono nel tempo. Dopo i primi anni di infanzia trascorsi in Brasile, ed essere rimasto orfano della madre, Sforza Ruspoli torna in Italia per entrare come membro del comitato esecutivo nella Banca Romana a fianco di Arturo Osio, fondatore della Banca Nazionale del Lavoro (BNL). Il sodalizio che ruotava intorno ad Osio e del quale facevano parte , tra gli altri, Leo Longanesi, Ernesto Fassio, Carlo Pesenti, Renato Angiolillo, Franco Marinotti, Mino Maccari, Roberto Rossellini, fu per lui una grande scuola di vita. Questa sua vocazione per il mondo agricolo derivava dal profondo attaccamento per la terra.
Tra gli antenati di Casa Ruspoli, che in realtà per successione femminile è Casa Marescotti, va ricordata Santa Giacinta Marescotti, la santa francescana degli emarginati che è la santa di Casa Ruspoli-Marescotti. La famiglia Ruspoli dai tempi di Carlo Magno, fino alla breccia di Porta Pia, rappresenta una roccia della Chiesa, mille anni di fedeltà e impegno militare al servizio del Papa. Il Principe Alessandro Ruspoli è stato Gran Maestro ai Sacri Palazzi, la più alta carica ereditaria della Corte Papale, colui il quale si occupava di ricevere i capi di stato stranieri in visita di Stato in Vaticano, fino all’abolizione della Corte Pontificia voluta da Paolo VI nel 1968, che tolse in un sol colpo la Guardia Nobile che da secoli assisteva il Pontefice. Lillio Ruspoli sarà ricordato anche per aver donato la bandiera pontificia, simbolo della resistenza a Porta Pia, al Vaticano. Il drappo che sventolava sulle mura aureliane fino al 20 settembre 1870, fu infatti preso e conservato gelosamente dalla famiglia Ruspoli per ben 141 anni, fino al giorno in cui il principe lo ha donato al Cardinale di Stato Vaticano Tarcisio Bertone con un solenne cerimonia in Vaticano 29 settembre 2011. I rapporti dei principi Ruspoli con la Chiesa risalgono a diversi secoli fa, e si rafforzarono nel corso del XVIII secolo. Nel 1708, Francesco Maria Ruspoli creò il Reggimento Ruspoli, costituito da circa mille uomini, e lo mise a servizio della Santa Sede. Nel 1721, Papa Benedetto XIII conferì a Francesco Ruspoli il titolo di Principe Romano, per sé e per i suoi discendenti maschi. Questa grande vicinanza alla Chiesa, non aveva impedito a Sforza Ruspoli di polemizzare con l’Ordine di Malta, reo a suo avviso di non aver impedito il duro attacco di alcune gerarchie, interne all’Ordine stesso, verso Papa Bergoglio. Proprio per questa ragione, dopo ben 70 anni passati nell’Ordine, di cui era anche ambasciatore, la decisione di dare dimissioni irrevocabili. Sforza Ruspoli verrà ricordato anche per il motto, coniato da lui stesso, ormai passato alla storia: « meglio nobili che ignobili » ! I funerali del Principe si svolgeranno venerdi 28 ottobre alle ore 12 presso la chiesa di San Lorenzo in Lucina, a pochi passi dell'abitazione della famiglia Ruspoli. La camera ardente sarà allestita nei saloni del palazzo nei due giorni antecedenti le esequie.
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