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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Annullato il concerto di Gergiev a Caserta, e non è il solo caso: il trionfo del pensiero unico politicamente corretto

Una vicenda surreale, che merita di essere commentata

24 Luglio 2025

Concerto Gergiev a Caserta, Giuli in cortocircuito su artista russo: “Arte è libera, no a censura, ma esibizione pro Putin deplorevole”

Valery Gergiev, fonte: imagoeconomica

Alla fine il pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto è riuscito ancora una volta a trionfare nel tempo della miseria di cui siamo, nostro malgrado, abitatori: è stato annullato il concerto del russo Gergiev a Caserta, dopo l'ondata di polemiche e dopo la deplorevole iniziativa di raccolta firme contro di lui. La direzione della reggia di Caserta ha infatti deciso di annullare la sua esibizione. La colpa di Gergiev è quella di essere russo e, di più, non allineato alla narrazione dell'Occidente, anzi dell'uccidente liberal-atlantista; narrazione in accordo con la quale la Russia di Putin figura come uno stato totalitario che deve essere reso democratico grazie all'imperialismo etico e alle bombe democratiche della civiltà a stelle e strisce. Non è peraltro un caso isolato. "Dopo Gergiev annullato anche il concerto del filo-russo Alexander Romanovsky a Bologna", leggiamo su "Adnkronos". Giubila il coro virtuoso dei russofobici che ha promosso questa ignobile iniziativa di censura democratica e di bavaglio progressista. Non sanno, o fingono di non sapere, che censurare la cultura risulta sempre e comunque un gesto ignobile e barbaro, degno non di un governo democratico, ma di un regime repressivo, quale a tutti gli effetti è ormai divenuto il nostro ordine occidentale, una plutocrazia neoliberale finanziaria a base imperialistica, sempre pronta a reprimere ogni voce dissenziente con il pretesto della censura democratica e della fantomatica lotta contro la disinformazione; dove naturalmente per disinformazione si intende ogni voce che si discosti dall’ordine discorsivo dominante, che santifica i rapporti di forza della globalizzazione americanocentrica e turbocapitalistica. Deve essere chiaro a tutti: non ha vinto la democrazia, ha vinto il pensiero unico con tanto di ostracizzazione deplorevole di ogni voce disallineata. Si fa presto a dire che quella di Putin è una dittatura, ma sarebbe bene che l'Europa e l'occidente principiassero a considerare seriamente la propria natura.

Di Diego Fusaro 

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