17 Ottobre 2023
Laura Trisorio e Andreas Kern hanno avuto antenne e vista lunga. Laura 28 anni ha immaginato una forte connessione fra arte e cinema, neanche Venezia e Cannes, che in materia festivaliera, se ne intendono ci erano arrivati.A Napoli poi 28 anni fa per la massa, l’arte contemporanea cominciava e finiva con le Campbell’s soup di Andy Warhol ( Naomi Campbell è venuta dopo e anche le zuppe sono passate in secondo piano). Laura Trisorio, figlia d’arte, ha respirato aria di avanguardia già da piccolissima visto che sua madre Lucia negli anni 70 aveva fondato una galleria di video arte. Mamma e figlia hanno educato i gusti della Napoli bene. In questo humus d’intelletto/chic è nato il Festival Internazionale di film sull’arte contemporanea. Grand debutto al teatro San Carlo con Anselm Kiefer, uno degli artisti piu’ visionari e innovativi del nostro tempo, raccontato da uno strepitoso Wim Wenders, attraverso le sue opere ciclopiche che rievocano la tragica condizione della Germania del Dopoguerra. Nessuno come lui sa calarsi nello spirito della materia, maneggia paglia e piombo, fuoco e sterpaglia per creare quelle atmosfere apocalittiche da day after.Al Teatro Augusteo si passa a un’altra icona in "Picasso sans légende” il maestro del cubismo racconta il suo impegno nel Partito comunista francese. Mentre Philip Guston, figlio di immigrati ebrei provenienti da Odessa, nel docu “ Painting, smoking,eating”, narrato dalla figlia Musa, parte subito con una provocazione: i dipinti fumettistici di figure incappucciate (con riferimento ai Ku Klux Klan) simboli del male e del razzismo.Andreas Kern, 13 anni fa, lanciava a Berlino il suo Piano City. Ci hanno creduto subito Marco, Alessandro e Stefania Napolitano che lo hanno voluto fortemente a Napoli. La forza della famiglia, adesso c’è anche il contributo di Federico Bovenzi ( quinta generazione), laurea e master alla Bocconi. La loro storia comincia 150 anni con Antonio Napolitano maestro nell’arte di costruire pianoforti. Giunto alla nona edizione dal 12 al 15 ottobre hanno animato la rassegna con un centinaio di concerti spalmati nei luoghi storici della città dalla Basilica di San Paolo Maggiore al Museo Civico Gaetano Filangeri passando per l’antico Refettorio di S.Maria in Gerusalemme. Nella Basilica di San Giacomo degli Spagnoli il fuoriclasse e compositore Remo Anzovino concedeva cinque bis alla sua performance “Don’t Forget to Fly”, il parterre lo prende in parola e “vola" in visibilio sulle sue note.Pieno di suggestioni il concerto all’alba di Federico Gerini con il suo repertorio di improvvisazioni. Mentre all’Auditorium di Bagnoli si esibiva uno dei piu’ grandi jazzisti al mondo Omar Sosa. Semplicemente geniale, riesce a suonare due strumenti diversi contemporaneamente. L’indomani il Grande Maestro Bruno Canino, 88 anni, è una meraviglia con l’energia di un ragazzino.Quando partono le note di Andreas Kern (enfant prodige suona da quando ha 6 anni) sul palco di Foqus ai Quartieri Spagnoli scoppia la Grande Festa della Musica. Il format di Piano city è stato abbracciato da altre capitali europee ma “A Napoli piu’ che altrove si è centrato lo spirito della manifestazione”, chiosa Andreas, il David Bowie della tastiera, ma piu’ scapigliato. Conclude con Napule è…,un omaggio a Pino Daniele, il pubblico canta, si alza in piedi e si scioglie in un lungo applauso.
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