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Roncadelle (BS), il caso Marius Bruma. L'avv. Scapaticci: "Un padre disperato" privato della patria potestà sul figlio di 4 anni "unica ragione di vita" - ESCLUSIVA

Fake news, violenza e condanne nella straziante vicenda di Marius Bruma e del figlio di 4 anni, oggi protagonista della cronaca di Roncadelle, Brescia

06 Ottobre 2022

Un bimbo di 4 anni trasformato in pomo della discordia e un padre mostrificato: è la storia di Marius Bruma, oggi protagonista dello straziante fatto di cronaca che ha gettato una luce fosca sul comune di Roncadelle, Brescia

L’uomo, di origine rumena, si è barricato questa mattina in casa con il figlio, dopo un incontro protetto con gli assistenti sociali, unico momento in cui gli era stato concesso di vederlo.

L’ultimo atto di uno stillicidio di cui il padre di famiglia sarebbe vittima da tempo: dal momento in cui non sarebbe più riuscito a tollerare il comportamento della moglie, dopo anni di sopportazione silenziosa.

Il Giornale d'Italia ha raggiunto l'avvocato di Bruma, Alberto Scapaticci di Brescia il quale ha raccontato che la donna "avrebbe condotto attività "extra coniugali" e, dopo essersi separata, avrebbe impedito a Bruma di vedere il figlio, "unica ragione di vita".

Irrompendo nello studio dell’avvocata della moglie, in preda alla disperazione, in cerca del figlio che gli era stato sottratto, il padre, in preda alla rabbia, alla frustrazione, all’impeto di dilaniante sofferenza avrebbe aggredito la donna e l’avvocata. Un impeto di disperazione che è stato sufficiente per trasformare il padre in un mostro, in un uomo aggressivo, in un criminale.

Come un piano perfettamente orchestrato, lo stigma è caduto sull’uomo, immediatamente condannato ad alcuni mesi di incarcerazione, seguito dagli arresti domiciliari, a seguito dei quali ha perso il lavoro (meccanico in un'officina di auto) e il figlio.

L’inizio di un flusso torrenziale che ha travolto l'uomo, che ora viene chiamato “rapitore”, “violento”: una nuvola di fake news che oggi lo voleva addirittura armato di pistola e barricato in casa aggressivo e iracondo. 

Terminato il periodo di domiciliari, Marius Bruma, l’uomo, il padre, ha voluto rivedere il sorriso di suo figlio, ma un singolo gesto è stato sufficiente per sconvolgere le parti: stravolti i confini del torto e della ragione, con oggi abbiamo un’ulteriore dimostrazione di situazioni in cui giudici e assistenti sociali dimostrano una scarsa capacità di comprendere le reali situazioni in essere, prendere le corrette decisioni e identificare le appropriate azioni da attuare, nell'ambito di uno scenario che vede una labilità e inefficacia di una legge che condanna ciecamente, in cui il fattore umano passa in secondo piano, in cui un singolo atto di violenza fisica viene punito ineluttabilmente e la violenza psicologica continua, inesorabilmente, ad essere assolta. 

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