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Coronavirus Inghilterra: piano Johnson con 3 livelli di allerta

12 Ottobre 2020

Coronavirus Inghilterra: piano Johnson con 3 livelli di allerta

Johnson (LaPresse)

Coronavirus Inghilterra: Johnson lavora ad un sistema d'allerta a 3 livelli

Boris Johnson si prepara a mettere in funzione un sistema d'allerta a 3 livelli per contrastare le criticità riscontrate nel Regno Unito per quanto riguarda la gestione dell'emergenza covid. Dopo una riunione del Cobra, il capo del governo si presenterà in Parlamento nel primo pomeriggio prima di tenere alle 18 (le 19 in italia) una conferenza stampa insieme a Rishi Sunak, ministro delle Finanze e Chris Whitty, responsabile medico dell'Inghilterra. "E' un momento critico ed è assolutamente vitale che tutti seguano le regole che abbiamo stabilito per aiutare a contenere il virus", ha affermato un portavoce di Downing Street. Il piano, che prevede tre livelli d'allerta in base al numero di contagi registrati, verrà discusso domani e potrebbe entrare in vigore a partire da mercoledì.

Coronavirus, Boris Johnson: ecco cosa prevede il piano d'allerta a tre livelli per il Regno Unito

Il livello 1 corrisponderà ad uno stato di allerta medio e sarà attivato nelle zone con un tasso di contagi relativamente basso dove sarà in vigore il coprifuoco alle 22 per ristoranti e pub, nonché distanziamento sociale e mascherine; il livello 2, "allerta alta", sarà catarizzato dal divieto di visite nelle case e di socializzazione al chiuso in ristoranti e pub con membri di altre famiglie. Il livello 3, "allerta molto alta", prevede invece la chiusura forzata di bar e pub, casino, palestre, centri scommesse ma non dei ristoranti che potrebbero restare aperti fino alle 22. Verosimile che in quest'ultima categoria finiscano Manchester, Newcastle e Liverpool. Steve Rotheram, sindaco di quest'ultima, ha affermato che le nuove restrizione "dovranno essere accompagnate dal sostegno finanziario per lavori ed esercizi commerciali". Nel frattempo crescono le proteste di imprenditori e associazioni di categoria, preoccupate per l'impatto sull'economia e in particolare su "l'industria dell'ospitalità" che è stata "decimata".

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