02 Ottobre 2020
Dei foglietti manoscritti con annotazioni per la pianificazione dell'omicidio hanno permesso agli inquirenti di ricostruire il piano omicida di Antonio De Marco, lo studente di Scienze infermieristiche di 21 anni, che ha confessato di aver ucciso Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta.
"Appena entrato: legare tutti; accendere tutti i fornelli e mettere l'acqua a bollire; scrivere sul muro”, si legge sul primo dei biglietti scritti da De Marco.
Il ragazzo, originario di Casarano, annota poi sul secondo foglietto: "Scendi dalla fermata, attraversi e ri-attraversi in diagonale poco prima del bar. In via Vittorio Veneto c'è il condominio a dx; a fine strada attento di fronte; passare velocemente sul muro alto a sx". Il terzo bigliettino, staccato come gli altri da un piccolo block notes, riporta: “Pulizia: lei acqua bollente candeggina; lui, acqua bollente candeggina; poco prima uscire soda”.
"Nastrare le dita; prendere i guanti; coprire testa; cambio maglietta, vestizione, prendere coltello e fascette, slacciare carpe", c'è scritto nel quarto bigliettino. Segue il quinto foglietto che contiene annotazioni sulle fasi finali e sulla durata del delitto: "Un'ora e mezza, 10-15 min tortura; un'ora e 15 min; 30 min circa al tesoro; 30 minuti pulizia; 15 min di controllo generale".
Attraverso l'esame grafologico di questi foglietti che la sera del 21 settembre hanno guidato De Marco nella sua azione omicida e la comparazione con le firme apposte sui documenti per il rilascio della patente di guida presso la prefettura di Lecce e della carta d'identità presso il Comune di Casarano, gli inquirenti hanno potuto identificare Antonio De Marco come il presunto omicida della coppia di fidanzati.
Nelle ore immediatamente successive al suo arresto, il 21enne avrebbe poi confessato di aver ucciso Daniele ed Eleonora perché invidioso della loro relazione e perché loro "erano troppo felici"
Antonio De Marco, reo confesso dell'omicidio di Daniele De Santis e della sua fidanzata Eleonora Manta, si trova oggi nel carcere di Borgo San Nicola, rinchiuso in isolamento. "Ricorrono nel caso di specie, ed in massimo grado, le esigenze cautelari", scrive il gip. Ieri mattina, nel medesimo penitenziario, si è svolta l'udienza. Per il giudice si tratta di "un duplice efferato omicidio lucidamente pianificato e perpetrato con eccezionale crudeltà, senza peraltro alcuna alcun serio motivo scatenante, con l’uso di un’arma micidiale e con la progettazione di un ulteriore e raggelante corredo di condotte crudeli ed atroci (la preventiva tortura delle vittime)". Il giudice rileva inoltre come “l’inaudita gravità dei fatti" sia tale "da lumeggiare di per sé sola negativamente la personalità del De Marco”
Anche il gip di Lecce, Michele Toriello, nell'atto di convalida del fermo di Antonio de Marco, ha sottolineato la crudeltà dell'omicida, sostenendo che la particolare efferatezza del duplice omicidio "costituisce indiscutibile indice del concreto ed attuale pericolo di recidivanza, ossia della circostanza che il fermato – se lasciato libero - commetterà delitti della stessa specie di quello per il quale si procede". Inoltre, secondo il gip, è "irrilevante il dato formale della sua penale incensuratezza", considerando anche che l'assassino aveva intenzione di concludere il suo gesto con un messaggio scritto con il sangue delle vittime uccise con il pugnale da caccia comprato da de Marco e di cui è stato rinvenuto solo il fodero.
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