21 Dicembre 2025
Vacanze di Natale, il 22 dicembre 1983 usciva al cinema il più bel cinepanettone di sempre firmato fratelli Vanzina
Oltre quarant’anni fa usciva nelle sale cinematografiche Vacanze di Natale di Carlo Vanzina, cult movie di Carlo Vanzina, che lo diresse con la stretta collaborazione del fratello Enrico Vanzina, che scrisse la sceneggiatura. Una coppia cinematografica di ferro, che per quattro decenni ha firmato successi cinematografici campioni al botteghino e che ha raccontato l’Italia edonista degli anni Ottanta. Il film racconta le vicende di un gruppo di turisti di varie estrazione sociale e provenienza geografica, anche se naturalmente la parte da padrone la facevano le famiglie romane Covelli e Marchetti, i primi palazzinari arricchiti, i secondi titolari di una macelleria in Viale Marconi. Da Milano arrivano il cumenda Guido e sua moglie Ivana, triste e trascurata. Intorno alla famiglia Covelli gravitano un gruppo di giovani e il primogenito Roberto, che raggiunge i parenti in montagna di ritorno da New York, dove ha conquistato la bella americana Samantha, salvo poi essere scoperto dai genitori a letto con il maestro di sci. Osservatore disimpegnato e disilluso, Billo (un Jerry Calà in formissima) lavora come musicista al piano-bar del mitico Vip Club all’interno dell’hotel Europa, un locale esclusivo frequentato un po’ da tutti quelli che vogliono mettersi in mostra, e colleziona conquiste di una notte fra mogli annoiate in vacanza. Proprio mentre si esibisce nel locale, Billo ritrova Ivana, che dodici anni prima è stata il suo primo amore di gioventù…Vacanze di Natale fu un successo enorme alla sua prima uscita in sala. Nasceva sulla scia di Sapore di mare, distribuito in Italia pochi mesi prima. Stesso regista, stessi sceneggiatori, buona parte dello stesso cast d’attori con qualche rapida sostituzione in corsa, stessa idea di fondo: un film corale, fatto di varie vicende più o meno divertenti e sentimentali che s’intersecano in un luogo di villeggiatura. In entrambi i film, a commento delle scene, è utilizzato un repertorio musicale fatto di grandi successi commerciali degli anni 60-70-80. Decisivo è l’apporto di un’ampia schiera di caratteristi italiani. Pensiamo a che cosa sarebbe stato il film senza la famiglia Marchetti, composta da Mario Brega (in uno dei suoi ruoli più belli e memorabili), Rossana Di Lorenzo e Franca Scagnetti. E pure senza i Covelli senior interpretati da Riccardo Garrone e Rossella Como. Per non parlare del cumenda Guido Nicheli e dell’imprenditore bolognese Roberto Della Casa. La loro presenza costituisce l’ossatura profonda del film. Le battute citate a memoria o entrate nel linguaggio quotidiano vengono per lo più da loro. A Cortina d’Ampezzo, per il rinnovato rito borghese o alto-borghese della settimana bianca, salgono varie forme di nuova italianità. Lasciato da poco alle spalle il decennio ribollente e conflittuale dei Settanta, tutti quanti, ricchi, arricchiti e bottegai con bei gruzzoli accumulati negli anni di vera fatica e lavoro, accorrono in montagna per starsene senza troppi pensieri. Nessuno ha più voglia di sentir parlare d’impegno politico, sociale e terrorismo. Il quadro perfetto “dell’Italia socialista”, come recita la celebre battuta della signora Covelli, la quale tiene a precisare che “noi a Capodanno andiamo dai Furstenberg…i principi…”
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