25 Febbraio 2024
"E' per tutti i ragazzi e le ragazze, che difendono un libro, un libro vero, così belli a gridare nelle piazze, perché stanno uccidendo il pensiero..." così recita una strofa della canzone "Chiamami ancora amore" con cu Roberto Vecchioni ha vinto il festival di Sanremo nel 2011. Una strofa che torna maledettamente d'attualità dopo i fatti incresciosi di Firenze e Pisa soprattutto.
Il cantautore milanese, nonché professore di scuola superiore, è sempre dimostrato molto sensibile alle tematiche giovanili, sensibilità che nasce principalmente dall'essere stato un insegnate. Ospite della trasmissione "In altre parole", su La7, condotta da Massimo Gramellini per commentare le botte ricevute dagli studenti a Pisa durante un corteo pro-Palestina non ha trattenuto la commozione lasciandosi andare ad un pianto quasi dirotto: "Non sono cose da vedere - ha detto il cantautore -, sono cose che non possono succedere. Noi non siamo così". La feroce reazione della polizia, giudicata da molti sproporzionata, è oggetto di un acceso dibattito politico di queste ore. Il Capo dello Stato ha telefonato al ministro dell'Interno, Piantedosi per esprimere la sua preoccupazione: "I manganelli con i ragazzi sono un fallimento", ha detto Mattarella all'inquilino del Viminale, aggiungendo, tramite una nota diramata dall'ufficio stampa del Quirinale, che "l'autorevolezza delle forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni".
"Il diretto interessato ha detto di condividere le parole di Mattarella, così come le condividono tutti i poliziotti e poi ha aggiunto: "Le regole sulla gestione dell’ordine pubblico non sono cambiate, anche stavolta non ci si sottrarrà ad una valutazione di ciò che è accaduto. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti".
La protesta (pacifica) si estende a macchia d'olio un pò in tutta Italia, a fare sentire la loro voce contro i "manganelli sugli studenti", Udu e Rete degli studenti medi del Veneto, che hanno appeso uno striscione di dieci metri sul Ponte di Rialto a Venezia. "Non possiamo stare zitti davanti alle continue violenze della polizia contro gli studenti: basta manganelli e repressione, basta violenza contro chi protesta pacificamente. Al governo, che si sta nascondendo dietro un vergognoso silenzio, vogliamo dire che siamo in piazza per rivendicare la nostra libertà di manifestare. Come a Pisa, da Venezia e da tutto il Veneto oggi dimostriamo contrarietà alla repressione di Piantedosi, che ancora una volta si dimostra forte solo con i deboli", dichiara Marco Nimis, coordinatore della Rete degli studenti medi del Veneto.
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