25 Novembre 2023
Ecco il monologo di Paola Cortellesi sull'uso del femminile nella lingua italiana del 2018 ai David di Donatello. L'attrice e regista di "C'è ancora domani" mette in scena un esempio perfetto del linguaggio italiano e delle sue differenze tra il maschile ed il femminile.
"E' impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini che al maschile hanno il loro legittimo significato, se declinati al femminile assumono improvvisamente un altro senso, cambiano radicalmente, diventano un luogo comune, un luogo comune un po' equivoco che poi a guardar bene è sempre lo stesso, ovvero un lieve ammiccamento verso la prostituzione. Vi faccio degli esempi".
"Un cortigiano: un uomo che vive a corte; Una cortigiana: una mignotta. Un uomo di strada: un uomo del popolo; Una donna di strada: una mignotta. Un uomo disponibile: un uomo gentile e premuroso; Una donna disponibile: una mignotta; Un passeggiatore: un uomo che cammina; Una passeggiatrice: una mignotta. Un uomo con un passato e che ha avuto una vita non particolarmente onesta ma che vale la pena raccontare; Una donna con un passato simile: una mignotta. Uno squillo: il suono del telefono; Una squillo: una mignotta. Un uomo di mondo: un gran signore; Una donna di mondo: una gran mignotta. Uno che batte: un tennista che serve la palla; Una che batte: non dico manco questa dai... Un uomo che ha un protettore: un raccomandato; Una donna che ha un protettore: una mignotta. Un buon uomo: un uomo prob; Una buona donna: una mignotta. Un uomo allegro: un buontempone; Una donna allegra: una mignotta. Un gatto nero: un felino deceduto; una gatta morta, una mignotta. Uno zoccolo: una calzatura di campagna; Una zoccola:..."
"Questa sera non voglio fare la donna che si lamenta e che recrimina, però anche nel lessico noi donne un po’ discriminate lo siamo. Quel filino di discriminazione la avverto, magari sono io, ma lo avverto. Per fortuna sono soltanto parole. Se davvero le parole fossero la traduzione dei pensieri, un giorno potremmo sentire affermazioni che hanno dell'incredibile, frasi offensive e senza senso come queste. "Brava, sei una donna con le palle", "Chissà che ha fatto quella per lavorare", "Anche lei però, se va in giro vestita così", "Dovresti essere contenta che ti guardano", "Lascia stare sono cose da maschi", "Te la sei cercata". Per fortuna sono soltanto parole ed è un sollievo sapere che tutto questo finora da noi non è mai accaduto.
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