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Meloni chiude Atreju e spiana Schlein: "Qui tutti i leader di opposizione, tranne lei", la Segretaria Pd: "La partita politica è aperta" - VIDEO

Con 61 minuti di discorso, la premier Meloni ha chiuso l'edizione 2025 di Atreju a Castel Sant'Angelo, puntando il dito contro la leader Pd e portando avanti a testa alta la politica della destra. Dall'assemblea democratica Schlein ha lanciato una chiara sfida: "Le condizioni per mandare a casa questa destra ci sono"

14 Dicembre 2025

Un intervento durato circa un'ora a conclusione dell'edizione 2025 di Atreju, e col quale la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha esaltato la kermesse di Fratelli d'Italia definendola un luogo di confronto "aperto a tutti", salvo che alla Segretaria del Pd Elly Schlein contro cui ha puntato il dito. "Sono venuti tutti i leader, solo lei è rimasta a casa".

Meloni chiude Atreju e spiana Schlein: "Sono venuti tutti i leader dell'opposizione, tranne lei; il campo largo l'abbiamo fatto noi oggi, qui"

Si è chiusa oggi, domenica 14 dicembre, l'edizione annuale di Atreju, con 60 minuti (quelli del discorso conclusivo di Giorgia Meloni) pregni di orgoglio, campagna elettorale e politica interna. Parlando da Castel Sant'Angelo, Meloni ha ringraziato i leader delle opposizioni che hanno scelto di unirsi al raduno - Giuseppe ConteMatteo RenziAngelo BonelliCarlo Calenda - facendo notare però la significativa mancanza all'appello della leader Pd, Elly Schlein. "Questo è il luogo in cui Nietzsche e Marx si danno la mano" ha detto la premier citando Antonello Venditti, "in cui il valore delle persone si misura sui contenuti. E chi scappa dimostra di non avere contenuti".

La frecciatina, neanche troppo velato, è proprio la Schlein, assente ad Atreju: "Voglio ringraziarla, che con il suo nannimorettiano 'mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo per niente' ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il presunto campo largo l’abbiamo riunito noi e quella che dovrebbe federarli è l’unica che non si è presentata" ha incalzato Meloni. Davanti allo sgretolamento della sinistra, i cui leader (Conte e Schlein) non hanno accettato un "confronto a tre (...) perché non si volevano confrontare fra di loro", ha continuato Meloni, la destra è rimasta compatta. "Parlano male di Atreju ed è l’edizione migliore di sempre, parlano male del governo e il governo sale nei sondaggi" ha rintuzzato la premier, rivendicando l'operato e l'orgoglio verso i suoi alleati.

Poi l'intervento si è calato sul concreto: le iniziative adottate finora negli anni di governo, e quelle in previsione futura, come "un piano casa per alloggi a prezzi calmierati per le giovani coppie. Perché vogliamo costruire anche una nazione giusta che non regala soldi a chi già ce li ha". Anche la politica estera trova spazio nei 61 minuti d'intervento: "Ci sono state valutazioni molto allarmate perché Trump ha detto in maniera più decisa che gli Usa intendono disimpegnarsi e gli europei devono organizzarsi per difendersi da soli. Buongiorno Europa! Per ottant’anni abbiamo appaltato la sicurezza pensando che questo giorno non sarebbe venuto e che fosse gratis. (...) Lo dico sempre: la libertà ha un prezzo e noi, che al contrario di altri non abbiamo mai amato le ingerenze straniere, da qualsiasi parte arrivino, abbiamo sempre preferito una costosa libertà a una costosissima e apparentemente comoda servitù".

Dall'altra sponda della politica, anche Elly Schlein ha detto la sua all'assemblea Pd: lanciando una chiara sfida al governo ("Ci sono le condizioni per mandare a casa questa destra"), la Segretaria ha ricordato come "la partita delle politiche è apertissima" e come il Partito Democratico sia "cresciuto ovunque, dove abbiamo vinto ma anche dove abbiamo perso". Poi la sua stoccata contro la sorella della premier: "ieri ci svela le priorità del governo per il 2026: premierato e riforma della legge elettorale. Scusate pensavamo lo fossero le bollette più care d’Europa, pensavamo lo fossero le persone che prendono 5 euro all’ora, chi con la pensione non arriva alla fine del mese, i 10.000 lavoratori dell’ex Ilva che sono a rischio, i 6 milioni di italiani che non riescono più a curarsi per le liste d’attesa troppo lunghe. Ma no le priorità per le sorelle Meloni sono una riforma elettorale e una riforma che indebolisce i poteri del presidente della Repubblica: giù le mani dalle prerogative del presidente della Repubblica. Il governo deve risolvere i problemi degli italiani non i propri attraverso le riforme".

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