23 Agosto 2025
Il Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è tornato a parlare, a margine del Meeting tenutosi oggi, 23 agosto, a Rimini, dello sgombero del Leoncavallo a Milano avvenuto lo scorso 21 agosto. "Lo sgombero del Leoncavallo - ha spiegato Piantedosi ai microfoni dei giornalisti - non era più procrastinabile nel momento in cui era possibile restituire la proprietà. È stata fatta un'operazione quantomeno doverosamente logica". Il blitz della polizia nell'ex stamperia di via Watteau era "doveroso", specie considerato, ha aggiunto il Ministro, che "noi siamo stati condannati per un ritardo nell'esecuzione dello sfratto. Io ricordo a tutti che abbiamo pagato e siamo stati condannati a pagare per quel ritardo 3,3 milioni euro solo per i dieci anni pregressi e ogni ritardo avrebbe comportato un ulteriore risarcimento". In effetti, per i ritardi accumulati e gli oltre 130 avvisi di sfratto mai concretizzati, il Ministero dell'Interno era stato condannato a pagare, secondo una sentenza della Corte d'Appello, 3 milioni di euro di risarcimento alla società proprietaria dell'immobile, L'Orologia srl del gruppo Cabassi. "Anche CasaPound - ha aggiunto Piantedosi - rientra negli sgomberi, io sono stato da prefetto di Roma quello che l'ha inserito nell'elenco dei centri che sono da sgomberare, prima o poi arriverà anche il suo turno".
E a chi gli ha fatto notare che il collega Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha detto come non vada sgomberato purché rientri nella legalità, Piantedosi ha risposto: "Credo abbia detto che se si legalizza in qualche modo, potrebbe non essere sgomberato. È successo già ad altri centri, il Comune di Roma ha comprato addirittura delle strutture per legalizzarli, è successo anche in altre città".
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