30 Maggio 2024
Alla "Dome", il centro congressi della Luiss Guido Carli in viale Romania a Roma, a margine dell'incontro su "Geopolitica del digitale e nuove sfide della politica internazionale", Il Giornale d'Italia ha intervistato Lorenzo Mariani, condirettore generale di Leonardo.
"Il numero di conflitti e di tensioni che ci sono nel mondo - si parla sempre di due o tre, ma in realtà sono molti di più - avere in parallelo un'evoluzione digitale, ha influenzato in maniera fortissima anche la pianificazione, come noi vediamo il futuro come Leonardo dal punto di vista di business.
In particolare quasi tutto il piano strategico di Leonardo realtà industriale ruota sul digitale, ma su due filiere distinte: una è quella che noi chiamiamo business tradizionale, quello che abbiamo sempre fatto e cioè aerei, elicotteri, elettronica per mare, terra, nave; l'altra è in settori veramente innovativi, di cui di fatto stiamo parlando anche oggi, essenzialmente spazio e cyber", aveva detto Mariani all'inizio del proprio intervento.
"Abbiamo le migliori PMI, sicuramente d'Europa e probabilmente, non dico del mondo, ma tra le migliori. Il fattore dimensionale sicuramente non le favorisce e di conseguenza quello che noi auspichiamo - e riteniamo di avere un ruolo come grande azienda in questo - è un principio di aggregazione che sicuramente è facilitato da politiche governative ma poi deve avere sempre un traino nella grande industria, che è poi quella che fondamentalmente garantisce in tema di sicurezza nazionale e anche il primo promotore dei prodotti italiani all'estero".
"Io credo - qui si parla molto anche in termini di opinioni, ovviamente - che il fattore digitale più che il virtuale, perché parlare di guerra virtuale poi fa tanto videogioco, negli attuali conflitti abbia già dimostrato di avere un ruolo particolarmente importante. Esempi di carri armati distrutti da un piccolo drone che però sapeva esattamente dove era la sua posizione o addirittura l'evento tragico successo il 7 ottobre, secondo me dimostrano che il digitale è già lo strumento, uno degli strumenti utilizzati pervasivamente nei conflitti".
"Dieci anni è un tempo che sembra lungo, ma in realtà è straordinariamente breve, anche perché queste tecnologie, come ho detto, si muovono in maniera molto rapida.
Io credo che l'elemento primario - secondo me l'ha detto bene il generale Giovanni Gagliano (capo del VI Reparto Informatica, cyber e telecomunicazioni dello Stato Maggiore della Difesa, tra i relatori dell'incontro) è dato da due fattori: uno l'interconnessione, la rete, i dati, quindi noi non dobbiamo immaginare delle armi molto diverse ma dobbiamo immaginare dei sistemi in generale estremamente connessi tra loro, quindi con una banda sempre maggiore, con tecnologie sempre diverse e più efficaci per scambiare i dati, e questo chiaramente è da un lato il trionfo del digitale, dall'altro lato è una porta per una vulnerabilità cyber che ovviamente è l'altro dominio che pervade trasversalmente tutti i sistemi".
"Sulle armi all'Ucraina non rispondo. Su quanto è forte l'Italia, per quello che ho detto prima, quindi sia per un chiaro indirizzo che oggi si riceve a livello di politica, sia per una storia importante delle grandi imprese e sia per una filiera importante di piccole e medie imprese e, non ultimo per una qualità dei sistemi di sistemi di insegnamento delle università, sia assolutamente in prima linea come qualità".
"Forniture per sistemi aerei, come può essere l'Eurofighter o l'F-35, sono partite dove si gioca il rapporto tra le nazioni e non tanto la competizione tra le aziende che comunque è importante, perché prestazioni e costo poi sono fattori importanti.
La Polonia ha avuto recentemente un importante cambio di governo e io credo che a seguito di questo stiano elaborando i loro piani non soltanto per il tema Eurofighter o F-35 o tutti e due, ma per tutti i sistemi difesa che hanno. Ricordiamoci che la Polonia è vicinissima al fronte e che di conseguenza anche le sue priorità, sia di breve periodo che di lungo periodo, hanno subìto un forte cambiamento a seguito della situazione, della tensione che c'è nell'aria.
Comunque io credo che l'Italia e il Consorzio Eurofighter offrano veramente una soluzione eccezionale con il velivolo Eurofighter e con tutto quello che è intorno al velivolo: parlo della manutenzione, del supporto politico, il supporto logistico e questo sia perfettamente complementare anche con strumenti americani come l'F35, come l'Italia dimostra oggigiorno, usando in perfetta complementarietà ll'F-35 insieme all'Eurofighter".
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