03 Maggio 2025
Il partito di Nigel Farage, Reform UK, ottiene un risultato storico alle amministrative e nelle suppletive nel collegio di Runcorn ed Helsby, affermandosi come nuova forza d’opposizione al governo laburista. Crollano i consensi per Starmer, i Tories arrancano. A Reform, che ha conquistato il 38,7% dei voti, andranno 79 seggi, 37 ai Tories e 11 ai laburisti.
Il Regno Unito sta cambiando pelle. E lo fa sotto la spinta travolgente di Nigel Farage, che con la sua "creatura politica", Reform UK, ha trasformato un voto locale in un messaggio nazionale dirompente. Le elezioni amministrative – che coinvolgevano 1.641 seggi in 23 consigli non metropolitani e sei poltrone da sindaco – e la suppletiva nel collegio di Runcorn e Helsby segnano una svolta: “Ora siamo il partito di opposizione”, ha dichiarato trionfante Farage.
Non è solo retorica. Reform, partendo da zero, ha conquistato oltre 660 seggi nei consigli locali, ottenendo la maggioranza assoluta in circa 10 di essi, e 2 sindaci, incluso uno nel simbolico e strategico Greater Lincolnshire. “Per il movimento, per il partito, questo è un momento molto, molto importante”, ha aggiunto l’ex leader dell’Ukip, noto per aver traghettato il Paese fuori dall’Unione Europea.
La vittoria più simbolica, però, è arrivata con la conquista del seggio di Runcorn e Helsby, dove Sarah Pochin, candidata di Reform, ha strappato la circoscrizione ai laburisti per appena 6 voti. Un colpo di scena arrivato dopo lunghi riconteggi e con uno scarto minimo, ma sufficiente a far salire a sei i deputati del partito populista alla Camera dei Comuni. “Questa vittoria dimostra che ora siamo il partito di opposizione al governo laburista”, ha ribadito Farage.
I numeri parlano chiaro: Reform UK ha conquistato decine di seggi in consiglio sia tra i laburisti che tra i conservatori. Dopo l’arrivo dei risultati da 141 circoscrizioni, il partito di Farage ha ottenuto finora circa il 39% dei voti, con 11 punti di vantaggio sui Conservatori. A Reform UK andrebbero così 79 seggi, più di qualsiasi altro partito. Il voto, al momento, registra un crollo proprio dei Tory, che sono riusciti a difendere solo 37 dei 99 seggi in loro possesso. I laburisti del premier Starmer, invece, hanno conquistato 11 seggi, perdendone due rispetto al 2021.
I laburisti, in piena crisi di consenso, incassano un duro colpo. “Sconfitta deludente”, ha ammesso Keir Starmer, il leader sempre più contestato di un Labour che, dopo l’apparente trionfo alle politiche dell’estate 2024, sembra aver bruciato in pochi mesi il patrimonio di fiducia ricevuto dagli elettori. La “luna di miele” è già finita. I sondaggi lo confermano: il partito è sceso sotto il 30% a novembre e oggi veleggia attorno al 23%, inseguito da vicino da Reform, dato in crescita costante e stabilmente sopra il 25%.
Un dato che spaventa anche i conservatori, ridotti all’irrilevanza elettorale dopo decenni di dominio. Dei 23 consigli locali in ballo, 16 erano a guida Tory: oggi, molti di questi hanno cambiato bandiera. Resta solo la polvere della gloriosa stagione di Boris Johnson, schiantatasi contro la gestione fallimentare della leadership successiva. Il Partito Conservatore, il più vincente della storia europea, affronta una crisi esistenziale senza precedenti.
Il sistema bipartitico, colonna portante della democrazia britannica dal dopoguerra, mostra crepe profonde. Il risultato di Reform UK – partito che alle ultime politiche aveva già superato il 14% – è indicativo di una dinamica multipolare che va consolidandosi. E se il sistema maggioritario tende a penalizzare le forze emergenti, i numeri di queste amministrative raccontano un’altra storia.
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