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Germania, servizi segreti su AfD: “Partito estremista di destra”, leader Alice Weidel: “Scandalo, decisione politica prima delle elezioni del 6 maggio”

I servizi segreti classificano ufficialmente l’AfD come forza contraria all’ordine democratico: “Ignora la dignità umana”. La reazione del partito: “Manovra del sistema contro l’opposizione”

02 Maggio 2025

L’AfD è ufficialmente un “partito estremista di destra”. È quanto stabilito dal Bundesverfassungsschutz, l’agenzia per la difesa della Costituzione tedesca, al termine di un’indagine pluriennale. La decisione, resa nota a pochi giorni dalle elezioni del 6 maggio, ha provocato l’immediata reazione della leader Alice Weidel: "Uno scandalo, una decisione politica mirata a colpire l’AfD prima delle elezioni".

Servizi segreti definisco AfD "Partito estremista di destra, contro l'ordine democratico"

I servizi segreti interni tedeschi, il Bundesverfassungsschutz (BfV), hanno ufficialmente classificato l’AfD (Alternative für Deutschland) come un "partito estremista". Secondo il rapporto finale di un’indagine durata anni, l’intera formazione — e non più solo alcune sue articolazioni regionali — sarebbe impegnata in "azioni dirette contro l'ordine democratico" e "ignora la dignità umana".

Il dossier, lungo 1.100 pagine, resta riservato ma ne sono state diffuse le conclusioni, destinate a far discutere. La definizione dell’AfD come "decisamente di estrema destra" non viene da una valutazione politica, ma da un organismo indipendente. I vicepresidenti del BfV, Sinan Selen e Silke Willems, hanno chiarito che "la concezione etnica e genealogica del popolo che prevale nel partito non è compatibile con l’ordinamento democratico liberale". Hanno poi aggiunto: "L’AfD, ad esempio, non considera i cittadini tedeschi con una storia migratoria provenienti da Paesi a maggioranza musulmana come membri uguali del popolo tedesco definito etnicamente dal partito".

Una presa di posizione così netta potrebbe avere conseguenze rilevanti, fino alla possibile messa al bando del partito. Ma la strada è lunga e complessa: ogni decisione in tal senso spetterebbe alla Corte Costituzionale, e dovrebbe essere promossa da uno dei due rami del Parlamento o dal governo federale.

La risposta di AfD: “Farsa, decisione politica in vista delle elezioni del 6 maggio”

In un clima già carico di tensioni, l’AfD non ha perso tempo a denunciare quella che ritiene una manovra politica. Emil Sänze, capo del partito nel Land della leader Alice Weidel, ha dichiarato: "È un’assurdità. Una decisione puramente politica prima delle elezioni del cancelliere del 6 maggio". Stephan Protschka, esponente bavarese, ha parlato di "farsa".

La realtà è che il partito, oggi accreditato al 26% nei sondaggi — in testa o in sostanziale parità con la CDU di Friedrich Merz — continua a guadagnare consenso. Dopo le elezioni di febbraio, complici le turbolenze geopolitiche e l’influenza ideologica del trumpismo, la sua posizione si è ulteriormente rafforzata.

Lo stesso cancelliere uscente Olaf Scholz ha invitato alla prudenza. "Penso che questa sia una questione che non si può risolvere in fretta", ha detto, sottolineando che è contrario a una "decisione affrettata".

Sul piano operativo, la decisione del BfV dà ora ai servizi interni la possibilità di ricorrere a strumenti di sorveglianza più incisivi: registrazioni audio e video, uso di informatori anche ai vertici nazionali — strumenti già utilizzati in ambito regionale. Ma anche qui ci sono dei limiti. Una sorveglianza troppo invasiva potrebbe essere letta dai giudici come interferenza statale e rischia di compromettere la stessa procedura di eventuale scioglimento del partito.

La questione AfD promette di dominare il dibattito politico. La CDU insiste sul mantenimento del Brandmauer, il muro tagliafuoco contro l’estrema destra, mentre dentro il partito cresce una corrente pronta a valutare aperture pragmatiche, in linea con quanto già avviene in alcuni Paesi europei all’interno del PPE.

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