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Calenda: "Riconoscimento Palestina da parte degli Stati è solo operazione simbolica, Netanyahu sciagura per Israele; Stellantis? Mirafiori è morta, Elkann spieghi"

Il leader di Azione Carlo Calenda ai microfoni del GdI: "Su riconoscimento stato di Palestina necessarie discussioni nell'Ue, i vari paesi non possono prendere strade autonome"

31 Maggio 2024

Il leader di Azione Carlo Calenda, in occasione del 53° Convegno di Confindustria Giovani Imprenditori a Rapallo, ha dichiarato al Giornale d'Italia: 

"Noi non chiediamo mai le dimissioni per le inchieste perché il 50% delle inchieste finiscono in assoluzione, però c'è un dato, ossia se la Liguria può andare avanti senza di fatto un governatore. Questo è un dato politico che non tocca la questione delle inchieste e sta alla maggioranza definirlo. La Meloni non può dire decida Toti, perché loro governano la Liguria e bisogna vedere se sono in condizione farlo, perché al di là di Toti questa è la cosa più importante. Dopodiché noi abbiamo presentato un disegno di legge che vieta a chi deve decidere di una concessione di ricevere finanziamenti dal concessionario. Questo è ciò che spetta alla politica fare: non commentare le inchieste ma fare in modo che non ci siano conflitti di interesse".

Venendo ai temi che sono stati trattati da Di Stefano, c'è stato un grande attacco alla politica

"Qui si parla di un'Europa, balbettante, inefficace, ma intanto si parla di un'Europa. Dobbiamo smetterla di parlare dell'Europa come se l'Europa non fossero gli Stati membri. L'Europa non ha competenza perché gli Stati membri non gliela danno. I cittadini devono avere chiaro che quando diciamo 'dovrebbe esserci la redistribuzione dei migranti', la Commissione europea lo propone da dieci anni e sono gli Stati membri, compresa la Meloni, a votare contro. Noi scarichiamo sull'Europa gli alibi che sono colpa degli Stati membri. Ma è possibile che i grandi Stati europei non si parlino? La Commissione europea non c'entra niente".

Sulle elezioni

"Io sono molto preoccupato non dell'esito del voto ma più che altro dell'affluenza; magari sarò pure avvantaggiato da un'affluenza bassa, ma rischia di essere una tragedia. Ai ragazzi non è stato spiegato come si vota i poteri del Parlamento, della Commissione, del Consiglio, e si continua a fare campagna elettorale discutendo di se è più grave la parola stronzo detta dalla Meloni o la parola stronzo detta da De Luca. Ma ci sono due guerre: non non è possibile che la campagna sia ridotta a questo! Ma possibile che davanti a tutta questa gravità non esca fuori un dibattito sul come fare una difesa europea?

Il nostro obiettivo è superare il 5%, perché il 5% è una soglia psicologica per gli italiani. Ma non è questo il punto. Se lo superiamo perché va a votare il 35-40% degli italiani, noi dobbiamo dare le testate al muro. La democrazia in questo Paese non finisce per la Meloni, finisce perché la gente non va più a votare e perché vi sono messaggi che portano la gente a non votare".

Su Stellantis 

"Io penso che ci sono i numeri e poi ci sono le chiacchiere. Io sono stato davanti ai cancelli di Mirafiori e c'ero stato quando lavoravo alla Ferrari. Mirafiori è morta, non c'è niente dentro. La produzione è crollata del 25%, sono 13.000 operai in meno. Il punto di quello che dice Elkann è che lo deve venire a dire al governo spiegando qual è il piano industriale di questa azienda, perché noi gli abbiamo dato 6 miliardi e 3 di garanzia per pagarsi un dividendo in Olanda e nessuno degli imprenditori che sono qua ha avuto le stesse condizioni". 

Ieri la Slovenia ha riconosciuto lo Stato di Palestina, perché l'Italia ancora no?

"Perché il punto è farlo riconoscere tra israeliani e palestinesi. Definire qual è il perimetro dello Stato. Fare operazioni simboliche che non generano nulla non è una cosa all'altezza della crisi che c'è. Io penso che Israele ha il diritto di difendersi e di esistere, ma penso che allo stesso tempo Netanyahu è stato una sciagura per Israele, che ci voglia il cessate il fuoco e che bisogna arrivare ai due Stati. Ma questo non ci si arriva semplicemente dicendo "riconosco la Palestina": bisogna essere più concreti su queste cose, e soprattutto è necessario discuterne all'interno dell'Unione europea, non si può andare ognuno per la sua strada".

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