19 Ottobre 2023
Perquisiscono le case in piena notte perché vogliono “la pace”. Strano modo di dimostralo. Ben prima del 7 ottobre, giorno dell’offensiva di Hamas, i soldati israeliani, come testimonia un video diffuso sul web, effettuavano “rastrellamenti” nelle case di palestinesi a Gaza. Il motivo? Qualcuno avrebbe lanciato dei sassi. Non si sa a chi e non si sa dove. Ma tanto basta a svegliare i bambini per interrogarli.
I soldati bussano alle porte e iniziano a chiedere dove sono i bambini. È notte. Dove vuoi che siano? “Stanno dormendo”, risponde il padre. “Non voglio svegliarli”. Ma il militare, mitra in pugno, non sente ragioni. “Voglio tutta la famiglia radunata in questa stanza, subito!”, intima. Poi ordina agli altri soldati di perquisire l’abitazione in cerca di armi. Dove per armi si intendono anche i coltelli da cucina. “Ma quelli vanno bene, li ho anch’io”, dice pensando di essere simpatico.
Dopo aver chiesto i documenti a tutti i membri della famiglia, bambini compresi, il soldato israeliano inizia a frugare nell’armadio nella speranza di trovare “l’arma del delitto”, che poi sarebbe il famigerato sasso lanciato non si sa a chi e non si sa dove. Ma il corpo del reato non si trova. “Non avere paura”, dice a un bambino. “Io non ho paura”. “Lui non ha paura”, ribadisce il padre. “Hai qualcosa di illegale o di proibito?”, ribatte il militare. Non trovando nulla i soldati si ritirano augurando la “buonanotte” alla famiglia. E qui è la madre a prendere la parola: “Vi auguro gli incubi”.
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