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Campania Libri Festival, presentato "A place to die" inusuale racconto di Giuseppe Clemente, tra mistero della morte e memoria di una Napoli orfica

Giuseppe Clemente è medico e artista, con interessi che vanno dalla scrittura alla pittura e fotografia, tra pubblicazioni e mostre senza mai mettere da parte la missione di Ippocrate

04 Ottobre 2025

Campania Libri Festival, presentato "A place to die", per LFA Publisher, inusuale racconto di Giuseppe Clemente, che s'addipana col filo della memoria nel mistero della morte, sullo sfondo di una Napoli orfica, mai folkloristica né banale.

L'autore

74 anni portati con elegante disinvoltura, ironico, brillante, Giuseppe Clemente è nato a Genova ma da 40 anni è ormai napoletano. Medico di professione è artista di natura, con interessi che vanno dalle arti pittoriche alla fotografia (ha all'attivo esposizioni importanti) alla scrittura. 

A place to die

"A place to die" affronta con soave leggerezza temi scomodi, come quello della perdita del sé e della malattia terminale, catturando il lettore in una caleidoscopio di situazioni che, attraverso un immaginifico viaggio nel tempo, conducono la vita ad una dimensione misterica.

"Ho fatto il medico per tantissimi anni - dice Clemente al GdI - Adesso mi dedico, oltre che ovviamente alla medicina, ad altre cose. Ho sempre scritto in realtà nella mia vita, ma solo ultimamente ho pensato di pubblicare qualcosa. La storia di 'A place to die' ha un po' a che fare con la medicina, nel senso che parla di un ingegnere che scopre di avere un tumore maligno che gli ha provocato una metastasi al cervello. La metastasi però ha la forza di aprirgli nuovi orizzonti in modo da condurlo, attraverso tutta una serie di storie e di personaggi che si presenteranno, in un disordine di pensieri e soprattutto di ricordi fino ad una morte dolce.

Diciamo - conclude l'autore - che volevo presentare la metastasi cerebrale e soprattutto il cervello non come organo che debba essere necessariamente colpito dalla morte ma che possa essere addirittura, sotto gli stimoli giusti, essere portato ad aprire nuovi orizzonti, innescando esperienze assolutamente imprevedibili".

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