12 Marzo 2022
Alberto Sordi colpisce diritto al cuore con questo monologo del 1974, ma attuale più che mai, nella scena finale del film “Finché C’è Guerra C’è Speranza”. Sordi interpreta Pietro Chiocca, uno spregiudicato venditore di armi nei paesi del terzo mondo. Vende armi, bombe, carri armati e aerei a dittatori africani. Dirotta voti parlamentari a suon di corruzione, permettendo così alla sua famiglia già benestante e residente nel centro di Milano di trasferirsi in una lussuosa villa immersa nel verde. Tutto procede per il verso giusto, finché un giorno, un giornalista del Corriere della Sera, sbatte il venditore di armi in prima pagina con titoli altisonanti: “Ho incontrato un mercante di morte”, “Il Cobra tra le sue vittime”. Davanti allo sdegno e al disprezzo dei suoi famigliari, il protagonista Pietro Chiocca si offre di tornare al suo vecchio lavoro di commerciante di pompe idrauliche. Ma i famigliari, posti di fronte all’alternativa di rinunciare alle comodità e ai lussi cui sono ormai abituati, preferiranno ignorare l’origine dei guadagni del loro capofamiglia e continuare così a vivere nel benessere.
“Perché vedete.. Le guerre non le fanno solo i fabbricanti d’armi e i commessi viaggiatori che le vendono, anche le persone come voi le famiglie come la vostra, che vogliono, vogliono e non si accontentano mai: le ville, le macchine, le moto, le feste, il cavallo, gli anellini, i braccialetti, le pellicce e tutti i cazzi che ve se fregano, costano molto! E per procurarseli, qualcuno bisogna depredare, ecco perché si fanno le guerre!” Alberto Sordi, nel monologo finale del film “Finché c’è guerra c’è speranza”.
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