30 Aprile 2025
Si è svolta come ogni anno in via Paladini, a Milano, la commemorazione per Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù aggredito a colpi di chiave inglese da militanti di Avanguardia Operaia nel 1975 e morto dopo settimane di agonia. La ricorrenza, che segna il cinquantesimo anniversario della sua morte, ha visto la partecipazione di circa 2mila persone, tra cui rappresentanti istituzionali, militanti della destra extraparlamentare e semplici cittadini.
Anche quest’anno, dopo la deposizione dei fiori, si è ripetuto il contestato rito del "Presente", con il nome di Ramelli gridato 3 volte seguito dal saluto romano da parte dei presenti. Una consuetudine che ogni anno riaccende il dibattito politico e mediatico attorno alla commemorazione, soprattutto per i gesti che richiamano esplicitamente l’estetica e la simbologia del fascismo.
A rompere la ritualità dell’evento, quest’anno, è stato l’improvviso intervento sonoro di “Bella Ciao”, partigiana canzone simbolo dell’antifascismo, diffusa a tutto volume da una finestra delle abitazioni che si affacciano su via Paladini. La reazione dei neofascisti non si è fatta attendere: insulti contro la finestra, grida di “vigliacco” e “sei un merda”, e persino il lancio di un petardo nei giardini del condominio da cui proveniva la musica. Le tensioni sono state placate dagli organizzatori, che hanno invitato alla calma e guidato i presenti lontano dalla zona.
Nel pomeriggio si è svolta anche una commemorazione ufficiale, alla presenza di figure istituzionali come il presidente del Senato Ignazio La Russa, che nel 1975 fu legale della famiglia Ramelli. Interrogato dai giornalisti sulla presenza dei saluti romani durante il corteo, La Russa ha glissato: "La cosa più importante è che non ci sia più violenza. Non voglio parlare dei saluti romani, voglio parlare di Sergio Ramelli". Visibilmente infastidito dalle domande, ha aggiunto: “Possibile che vi fermiate sempre alla strumentalizzazione?”
Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha partecipato, come ogni anno, ma senza indossare la fascia tricolore: “Non la metto nemmeno in altre commemorazioni, come quella di Fausto e Iaio. Ma ogni anno sono venuto, e con il cuore”, ha spiegato.
Sul piano politico, ha suscitato discussione la proposta di Fratelli d’Italia di intitolare una via a Ramelli. Il sindaco Sala ha risposto avanzando un’idea più inclusiva: una strada dedicata a tutte le vittime della violenza politica, sia di destra che di sinistra. Una proposta che, pur accolta con freddezza da parte di FdI, ha trovato il plauso del presidente del Senato.
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