19 Febbraio 2024
Paola Ceccantoni, in arte Pubble, offre uno spunto di riflessione sulla morte dell'oppositore russo di Putin Alexei Navalny. "Certo che stiamo proprio messi male, eh. Se siamo arrivati al punto di beatificare uno come Navalny, beh, direi proprio che siamo in crisi di eroi. Vabbè che poi noi avevamo un pò in generale questa tendenza a santificare pure chi santo non è. Ma sempre a seconda di come conviene al momento eh, perché è morto Navalny ora? Ma la nostra dignità, quella d'amore, è morta. Almeno da quando fecero diventare eroi per un giorno Prigozhin. Lì proprio qualcuno la dignità l'ha presa e l'ha buttata nel bagno. Fino a un momento prima l'avevano definito il macellaio di Baku, ma appena si era messo in marcia su Mosca in un golpe durato a malapena 2 ore, stavano tutti con le dita incrociate. La gente che nei commenti scriveva Godo, anche se per poche ore. Ma quanto gli stava simpatico il macellaio, e Navalny non è altro che un Prigozhin 2.0. Perché da quando è arrivata la notizia della sua morte nella prigione di Garp, dove era stato trasferito di recente per scontare i suoi 19 anni di reclusione, deceduto, si dice, per una trombosi e concause della morte ancora in accertamento. Non ci hanno perso neanche 1 minuto. Si è messo subito in moto il processo di beatificazione".
"Un cordoglio generico da Mattarella che parla di ritorno ai tempi bui, la Meloni che vuole chiarezza, la Schlein che ha subito dato corpo a Putin, ma anche Mentana che parla di macchia indelebile sul Cremlino. Gramellini ci fa pure il simpatico sopra dicendo in soldoni che adesso i filo putiniani come il prof. Orsini o la dottoressa Basile correranno a dire che è stata la CIA. E conclude, sempre ironico, che le maldicenze vanno fermate sul nascere, altrimenti c'è il rischio che a Putin si attribuisca anche l'invasione dell'Ucraina. Ah, quando si dice la simpatia. Poi di quelle per niente faziose eh vabbè. Poi detto da quello che ci parlava dei nazisti buoni è veramente tutto dire. Il problema è che vedete, non gliela fanno proprio. Per loro vale a prescindere la regola che il nemico del mio nemico è mio amico fosse anche Belzebù in persona. Per noi non c'è problema, per noi diventa un santo. D'altronde l'abbiamo fatto con Prigozhin, non possiamo farlo con Navalny? Comprendere che nelle storie, soprattutto in queste storie, non esistono buoni e cattivi, come d'altronde diciamo a malapena da due anni, ma di coccio. E capire che spesso nelle storie possono esistere solo i cattivi è un qualcosa completamente al di fuori della loro portata. Che per comprenderla questa cosa bisogna essere un minimo adulti. Certo non bambinetti della politica e del giornalismo che non ce la fanno proprio a formulare un pensiero più complesso. Troppo difficile capire che Putin no, non è bravo, ma non è bravo manco Zelensky, non è bravo manco Biden e meno che mai noi siamo i buoni della storia. Se dici una cosa del genere scatta immediatamente il eh, ma da che parte stai? Perché per qualcuno le parti sono l'unico modo di comprenderle le cose. Putin è un antidemocratico e perseguita i suoi oppositori. Verissimo. Ma anche Zelensky lo fa. Mette fuori legge undici partiti di opposizione e nemmeno qualche giorno fa, il 12 gennaio, moriva detenuto dalle autorità ucraine con accusa di commettere attività filorusse, il giornalista e blogger Gonzalo Lira e a quanto pare per una polmonite volontariamente ignorata dal personale penitenziario. Insomma, questi giornalisti o blogger muoiono anche nelle carceri di quelli che ci stanno tanto simpatici, ma lì nessuno si sconvolge semplicemente perché nessuno lo dice. Il nostro Occidente detiene, facendolo marcire in galera, Julian Assange, sottoponendolo ad un calvario giudiziario perché ne vogliono la pelle. Quindi esattamente, ma di che stiamo parlando?".
"Sarò strana io, ma io in tutta questa storia i buoni non li vedo. Quello che vedo è però come noi li creiamo i buoni per poi distruggerli a seconda del periodo. Quella che vedo è l'incoerenza della nostra stampa che santifica oggi quello che era un criminale ieri e viceversa. Quello che vedo io è un'opinione pubblica un pò troppo volubile, capace di cambiare idea così in una manciata di anni. Nel caso dei Prigogine, veramente anche in una manciata di ore. E tutti quelli che oggi parlano con cordoglio di Navalny, fabbricando contemporaneamente un pò di propaganda pret à porter per Kiev, forse non si ricordano bene come parlavano di Navalny. E allora? Dunque vediamo chi è sto Navalny e come ne parlavamo prima che diventasse il beato martire celebrato oggi. Il Corriere della Sera addirittura lo celebra come il Nelson Mandela russo. Addirittura! Lo chiama il ragazzo della porta accanto. Ma quando venne arrestato, nel 2021, l'ormai scomparso David Sassoli aveva definito il suo arresto un'offesa alla comunità internazionale. L'ex segretario del Pd Nicola Zingaretti lo aveva definito l'uomo coraggioso. Roberto Fico aveva detto che l'arresto era inaccettabile. Sono toni un pochino diversi rispetto a quelli che leggiamo di lui nel lontano 2012. Tenetela bene a mente data, perché sarà proprio questa data il punto focale di tutto il video. Nel 2012 era il blogger xenofobo che univa le piazze. Sempre per la stampa, nel 2017 era l'uomo dell'estrema destra a capo della marcia russa. La marcia russa è quel corteo che dal 2005 viene fatto a mo di passerella di neonazisti. Pare che qualcosa sia cambiato sulla sua reputazione, e questo proprio perché nel 2011 2012 c'è un cambio totale del personaggio, la stampa occidentale, che di solito non si è mai interessata particolarmente della politica interna di Mosca, improvvisamente, proprio in quegli anni, invece, sviluppa un certo interesse per questo personaggio. È proprio nel 2012 che a Navalny viene appiccicata addosso l'etichetta di grande oppositore di Putin che stanno usando ancora oggi Navalny, che era quello che dal 2007 era l'uomo del movimento nazional popolare No rod dalle tinte neofasciste, l'uomo che metteva il nazionalsocialismo al centro delle sue idee, quello che la stampa descriveva come partecipante alla marcia russa, quello che non si faceva il problema ad esprimere le sue idee omofobe, islamofobo, contrario alla costruzione di moschee, l'uomo che invocava addirittura la deportazione come risoluzione del problema immigrazione. A un certo punto per La Stampa cambia una vera e propria folgorazione sulla via di Damasco proprio tra 2011 e 2012. Ricordatevi sempre la data una conversione alla San Francesco che lo porta a spogliarsi della camicia nera e mettersi il saio di un nuovo partito del progresso dalle idee decisamente più moderate, molto più modulate sui modelli occidentali. Alle marce non ci va più. Le sue posizioni islamofobe si annacquano da omofobo diventa sostenitore dei diritti LGBT con campagne contro la discriminazione. Il suo nemico politico non sono più i migranti, che definiva scarafaggi da eliminare, ma il suo nemico diventa la corruzione dei funzionari pubblici. Nel 2012 era diventato Navalny, il chierichetto pubblica le sue inchieste contro la corruzione utilizzando i canali Internet, ottenendo sempre più consenso in relazione a quanto i media occidentali cominciano a parlarne bene. E con questa immagine ripulita inizia la sua scalata politica, contribuendo a creare ancora di più il mito dell'uomo che soffia sul collo di Putin. Una scalata politica che termina nel 2020, quando va in coma per un sospetto avvelenamento da Novichok, viene curato in Germania e nel 2021 viene arrestato al suo rientro a Mosca, condannato a nove anni per frode, a cui poi si aggiunsero solo nel 2023 altri 19 anni per estremismo politico. Da lì viene portato in quella che è considerata una delle peggiori strutture penitenziarie lì K3 di Karp, 1900 chilometri a nord ovest di Mosca, oltre il Circolo polare Artico, nella Siberia occidentale, nella regione di Yamal, dove appunto poi muore. Questa chiaramente è la storia. In sintesi una storia dove calza a pennello la retorica del martire. Cosa fa più presa nella retorica dei cuori di un uomo cambiato che spia tutti i suoi peccati, condannandosi al martirio per aver contrastato quello che nel corso del tempo, dal grande amico dell'Occidente che era, è diventato il nemico pubblico numero uno, cioè Vladimir Putin. Calza perfetto no? Un ricamino talmente tanto che infatti non è per niente così. Vi avevo detto di tenere a mente le date 2011 2012 perché è proprio in quelle date che c'è la soluzione alla risposta di chi è davvero Navalny. E l'anno 2011 2012 è l'anno di un protagonista assoluto di tutto il sottofondo della guerra in Ucraina, cioè il Nord Stream. Ancora questo North Stream. Che c'entra Navalny col North Stream? Incredibile quanto poco sanno le cose o quanto fanno finta di non sapere. Il nostro IM con Navalny c'entra eccome. E adesso ve lo spiego. Andiamo al 4 maggio 2011, giorno in cui viene completata la prima conduttura del nostro IM che porta all'ufficiale. Inaugurazione da parte della cancelliera Angela Merkel dell'ex presidente russo Dimitri Medvedev e del primo ministro francese Fillon. Qui Navalny ancora non è stato folgorato sulla via di Damasco, qui ancora xenofobo. A marzo 2012 viene completata la seconda conduttura, ma qui qualcosa è cambiata. È cambiato il fatto che alla presidenza russa non c'è più Medvedev, ma è tornato per la terza volta. Putin viene quindi rieletto per il suo terzo mandato e appena Putin mette piede alla presidenza in Navalny c'è la conversione e la stampa lo converte di conseguenza, cominciando a dargli un peso mediatico che non aveva prima. Nel frattempo, il consolidamento dei rapporti tra Europa e Russia con il nostro team aveva portato a progetti di espansione del gasdotto con la seconda linea, il Nord Stream due e il 2015, quando viene firmato l'accordo per costruire la seconda linea. E il 2018 il momento in cui la Germania dà l'ok per l'avvio alla costruzione. C'è qualcuno che si è opposto con molta forza alla costruzione di questo nostro in due? Dai, dai, indovinate chi? A mettersi di traverso furono immediatamente gli Stati Uniti che già tramite l'ambasciatore statunitense in Germania, Richard Grenelle, esortavano la Germania a smettere di lavorare al progetto, minacciandola di ripercussioni e sanzioni. Biden da subito aveva mostrato di non gradire questo nostro in due lo definiva un cattivo affare per l'Europa e un pericolo per la sicurezza internazionale. Insomma, è da un pò che saranno messi in testa che sto Nord Stream doveva saltare come fatti poi hanno fatto ed ecco che improvvisamente lo tirano fuori l'asso nella manica per mettere pressioni e far sì che questo North Stream non venga realizzato. E l'asso nella manica è incredibilmente proprio Navalny che nessuno era filato fino al 2011. Poi non solo si converte, diventa così tanto benvoluto dall'Occidente, ma diventa addirittura questione di vita o di morte martire da tutelare al costo di far saltare accordi, accordi di risorse tra Europa e Russia che gli Stati Uniti avevano più e più riprese dimostrato di non volere. E così il caso del sospetto avvelenamento di Navalny diventa assolutamente centrale. Non diventa solo un caso di diritto democratico, ma diventa un caso energetico e anche di politica interna. Per la Germania la Merkel inizia a subire pressioni da ogni dove, anche da esponenti del suo stesso partito che gridano tutti a gran voce che questo North Stream venga stoppato perché non si possono fare affari con i dittatori. Norbert Khan, candidato a leader dell'Unione cristiano democratica, a capo della Commissione Affari esteri del Bundestag si impunta, proprio questo premierebbe Putin piuttosto che punirlo e poi condisce il tutto dicendo anche che questo nostrum non è così tanto necessario che non farebbe altro che rendere la Russia ancora più forte. Si accoda anche la Francia. Anche loro dicono che il nostro non s'ha da fare, facendo anche loro leva su l'avvelenamento di Navalny e il successivo arresto al grido di "col dittatore Putin non si fanno affari". Insomma, Navalny torna curiosamente funzionale a quelli che erano gli obiettivi finali degli Stati Uniti. È un pò strano il tutto, no?".
"Un po' strano il suo percorso politico. Un pò strano che la sua conversione avvenga proprio in concomitanza con gli accordi per il Nord Stream 2. Un po' strana anche la sua centralità nella questione. Vabbè, ma d'altronde son solo due anni che vi dico che le retoriche democratiche nascondono ben altri tipi di interessi. Diciamo che le cronologie ad orologeria sono quantomeno un pò sospette, perché nella migliore delle ipotesi Navalny è stato un capro espiatorio utilizzato dall'Occidente nel momento giusto, cosa che è assolutamente probabile. Però insomma, ci dovrebbero fare passatisti quando ci mettiamo sul pulpito a fare le morali agli altri e nella peggiore delle ipotesi invece è stato un progetto creato a tavolino dall'Occidente creato a tavolino per essere poi sguinzagliato al momento giusto. In ogni caso lontanissimo dall'essere un santo, non è un santo lui, non è un santo Putin. E non siamo santi manco noi che usiamo le persone come arma, oppure le costruiamo appositamente per diventare armi da usare e poi buttare. Non lo siamo di certo noi che dentro casa abbiamo scheletri tali e quali a quelli di Putin, Assange docet. Insomma, anche questa beatificazione sembra non essere altro che il tentativo di aggrapparsi alla qualunque cosa pur di ridare vita ad una propaganda che s'era sopita. Che Navalny non sia un santo e che siano moltissime le ombre dietro la natura della sua conversione politica, lo sanno benissimo pure tutti quelli che oggi lo stanno pianificando. Ma come farsi scappare una delle ultime opportunità per poter descrivere questa guerra come i paladini del bene che lottano contro il male? Come non sfruttare un'occasione per questa bambinesca visione del giornalismo? È soltanto l'ennesimo episodio in cui noi prima creiamo i mostri e poi li facciamo diventare santi. Putin era il grande amico dell'Occidente per la stampa e poi l'abbiamo fatto diventare quello che voleva radere al suolo Navalny, il nazi diventato chierichetto. E dopo due anni siamo sempre allo stesso punto, cioè che la gente ancora non ha capito che la geopolitica e le guerre non sono fatte di buoni e cattivi. Ci stanno molte più ombre che luci, e i santi sono pura finzione letteraria e di propaganda, fino alla più indecente delle riflessioni. E ciò che può accadere è che nelle storie ci siano solo cattivi e a meno che non c'avete dodici anni, allora ancora vi scuso per tutti quanti gli altri. Se ancora credete alle favolette della stampa che vi dipingono l'eroe, beh, allora è proprio vero, siamo proprio messi male".
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