23 Febbraio 2023
Fuori dal Coro ci riprova: la nuova inchiesta sul vaccino Covid e le famigerate "morti improvvise" getta nuova luce su presunte dinamiche di occultamento della verità. Questa volta è l'Istat a dover fornire delle risposte: perché le schede recanti i dati dei decessi vengono "falsificate"?
L'inviata Raffaella Regoli visita le famiglie delle vittime, che mostrano gli esiti delle autopsie sui corpi dei loro cari. "Devono dimostrare che il vaccino non c'entra niente" è il grido comune delle madri intervistate: i figli sono deceduti pochi giorni dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid, ma le schede Istat volute dalla medicina legale si mostrano contraddittorie. In altre parole, le morti improvvise vengono spacciate per morti naturali.
In Italia, però, come rivela il servizio, nessuno sembra voler porre rimedio alla questione. L'Istat glissa sulle proprie responsabilità, quando analoghi istituti di ricerca esteri hanno invece iniziato indagini specifiche in merito. L'analista rischi assicurativi Alessandro Bagnato lo conferma: "La campagna di vaccinazione si lega all'eccesso di mortalità. Negli Usa, fino ai quarant'anni si parla di un surplus di 120mila decessi: più dei soldati morti nei dodici anni della guerra in Vietnam".
Le rivelazioni più scioccanti, però, arrivano per bocca di Giuseppe Barbaro, cardiologo presso il policlinico Umberto I di Roma. "Le autopsie sono fatte in maniera molto superficiale" - confessa il medico - "La ricerca della proteina Spike a livello miocardico, per esempio, potrebbe fare chiarezza." Poi la conferma: "C'è un incremento significativo, negli ultimi due anni, delle pericarditi infantili. Questo è dovuti ai vaccini". L'Istat, però, registra queste morti improvvise come morti naturali".
"Nessuna correlazione: chi ha stabilito il limite di 14 giorni per legare gli effetti avversi al vaccino?": questa la domanda di Regoli al dottor Maurizio Federico dell'Istituto Superiore di Sanità, che viene autorizzato a rispondere solo in via personale. "Eliminerei la deadline dei 14 giorni" - confessa Federico - "Dal punto di vita scientifico non ha senso. La rivista più autorevole del settore, Cell, ha ormai reso noto come la proteina codificata dai vaccini resti in circolo per più di 60 giorni". Conclude, poi, con un invito rivolto alle Procure: "Stanno succedendo delle cose che andrebbero assolutamente indagate".
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