Sabato, 06 Settembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Hanno ucciso Maradona, che era il più bravo coi piedi e il più bravo col cuore. Di quelli che non possono rinascere, nei pregi e nei difetti, perché l'immensità è sempre unica

Sono uscite le foto del corpo del campione, straziato oltre ogni dire, innaturale, un corpo esploso. E adesso partono i processi, perché Diego fu ammazzato. Ciò che non può morire è il suo talento pari alla generosità.

25 Marzo 2025

Maradona

Ho visto una foto che non avrei voluto vedere, è del cadavere di Maradona ma non era un cadavere, era un fantoccio con dentro una mongolfiera, qualcosa di impossibile, di orribile, oltre la deformità. Così tanta grandezza, così tanta miseria. La morte non ha avuto riguardo di Maradona che era imparagonabile come lo è un prodigio divino, come lo fu Muhammad Ali: soggetti non umani (ma troppo umani) che a rivederli si ha quasi l'impressione di come un trattenersi, per uno strano pudore, per non umiliare gli altri, perché hanno paura delle loro stesse facoltà, così che sprazzi di immensità sfuggono di tanto in tanto da una eccelsa routine. Altro tratto in comune, l'immenso cuore, la gigantesca generosità che era loro congeniale, come la cosa più normale del mondo e invece era ancor più inarrivabile del talento espresso. Hanno buttato valanghe di milioni per aiutare, mantenere, miracolare legioni di disgraziati, parassiti, sconosciuti... Spaventosi nei difetti e nei pregi, ed è per questo che furono santi viziosi. Hanno vissuto male una vita sovrumana, sono morti devastati nella umiliazione dei baroni. Maradona.
Io, che lo consideravo un “loco”, una nullità di talento, un matto drogato e facevo battute sulla sua dipendenza. Io, che non lo sopportavo per il ceffo da gringo che mi sporcava il mito di Rivera. Io, che non leggo mai le vite parallele dei calciatori perché, morto quel razzista di Brera, sono tutte patacche, ho letto e anzi divorato la biografia di “el Diego”, perché cercavo qualcosa che maleodorasse di vita, e che l’avrei trovato l’ho capito fin dalla copertina, quel dipinto onirico e drammatico, bellissimo, di Gianluigi Toccafondo (è libro antico, perduto, magari su eBay si scova ancora).
E ho trovato quanto cercavo, e anche di più: sincerità, simpatia, autoironia (e una tecnica narrativa di prim’ordine, che certo non era farina del sacco di Diego ma ci si respira la sua anima, il carattere, il frasario). Va giù come niente, questa vita difficile che raccontata così pare tutta facile, come le sue giocate. Troppo veloci, queste e quella, per coglierne i dettagli al punto che sembra tutto elementare. Ci vuole la moviola, anche leggendo bisogna tornare indietro, rileggere e poi proseguire e poi fermarsi ancora per capire che questa è una vita cercata, ogni pagina una gioia, una tragedia, una guerra. Nessuna noia, nessun tempo morto. Tutto così scorrevolmente, fatalmente intenso nella vita del piccolo che s’è giocato il cuore: eppure batte, batte ancora di vita, gioia di vivere e giocare, nonostante tutto, ed è un tutto davvero pieno di tutto. Le battaglie: chi lo sospettava, che venivano combattute spesso per conto terzi, un ideale, un compagno, un puntiglio? L’incapacità di star zitto: chi lo sapeva, che usciva anche contro Videla e i generali argentini, o qualche collega tartufo che voleva prendere in giro la povera gente “consolandola” con un gol, una coppa? Perfino il sarcasmo in faccia al papa, al suo ipocrita lamento per gli ultimi del mondo “sotto un tetto coperto d’oro”. E poi la capacità di perdere e riguadagnare e riperdere tutto e rifarsi ancora al tavolo della vita, drammatizzando tutto ma senza mai farne un dramma: “Andò così, è passata”, e si trattava di milioni di dollari. La beata, impalpabile incoscienza che solo i geni hanno, che si trasforma in eleganza di fronte agli sbagli, alle trappole. Andò così, è passata. Una cosa mi piace, di questa faccia da schiaffi: non si nasconde mai dietro i suoi vizi, li ammette con la forza necessaria per chiederne scusa a chi sente di dovere, e rifiutarla a chi, invece, non c’entra.
Io, che non sopportavo Maradona e dicevo che era pompato, in tutti i sensi, ho scoperto un uomo. Fragile come un uomo. Un hombre, non un gringo. Neanche più tanto loco. Più che pompato, succhiato: costa dieci e rende cento, prende cento e spende mille. E qualcuno s’arricchisce, qualcuno la fa franca.
Maradona è morto, quello che appare in tv non è lui, è una caricatura, dev’essere il solito imitatore carogna, non ho voglia di occuparmene qui.
Maradona è morto malissimo, ammazzato dai suoi mantenuti, è morto scoppiando. Sarà stato un loco, ma non un imbecille. Era solo la solita vecchia storia, che ci sono persone toccate da Dio ma che proprio per questo debbono passare molti inferni prima di non essere più né angelo né diavolo.

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti

x