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Patrioti e sovranisti pronti a mettere le mani sullo sport italiano. Il piano segreto di Fratelli d'Italia: Abodi al Coni e Malagò in Figc

Si vuole fare presto per sfruttare l'onda lunga del disastro italiano agli europei. Lo sport macchina di consenso e comunicazione per il governo. Mattarella contrario

06 Luglio 2024

Patrioti e sovranisti pronti a mettere le mani sullo sport italiano. Il piano segreto di Fratelli d'Italia: Abodi al Coni e Malagò in Figc

Luciano Spalletti, fonte: Facebook @SportSud

Andrea Abodi presidente del CONI e Giovanni Malagò alla guida della Federazione Italiana Giuoco Calcio. E’ la strada su cui si sta lavorando nell’area di Governo per mettere mano e risollevare lo sport italiano. Prima la disfatta della nazionale italiana agli Europei di calcio, poi la decisione di Gabriele Gravina di anticipare le elezioni per la nuova governance della Federazione Italiana Giuoco Calcio a novembre. Non è certo un buon momento per lo sport del calcio che, doveva essere un volano anche per l’attività di comunicazione del Governo. Nel mirino c’è sicuramente la gestione di Gabriele Gravina. “Sono molto delusa come tutti gli italiani”, ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Dritto e Rovescio, su Rete 4, “Di delusioni con la nazionale, tolta la parentesi degli ultimi Europei, ne abbiamo avute. Non sono un’esperta di calcio, non posso dare consigli, ma quando le cose vanno così bisogna interrogarci se qualcosa va male nel sistema: ho visto tesi autoassolutorie che mi preoccupano”. Sull’argomento è intervenuto anche Paolo Marcheschi senatore di Fratelli d'Italia e responsabile nazionale del dipartimento sport del partito. “Ogni qualvolta la nazionale italiana riporta risultati deludenti, si apre nel nostro paese un dibattito sulla crisi del calcio in Italia”, ha detto Marchesini, “Questa crisi, che c'è, non inizia ora o nella scorsa stagione, ma parte da lontano, e il governo Meloni sin dal suo insediamento ha provato a porvi rimedio mettendo in campo una serie di provvedimenti volti ad incentivare gli investimenti nei settori giovanili, che negli anni addietro tanta soddisfazione, e moltissimi talenti generazionali, avevano prodotto. Giorgia Meloni ha chiesto un'ammissione di responsabilità ed è giusto che sia anche la politica a farsene carico. Dopo aver abolito il decreto crescita, che riguardava le agevolazioni fiscali per i giocatori stranieri, abbiamo continuato con il DPCM Abodi che dava finalmente attuazione alla Legge Melandri del 2019. Abbiamo anche assunto un'iniziativa parlamentare d'accordo col ministro Abodi, per ascoltare tutte le componenti del mondo del calcio e proporre una riforma del calcio stante anche la conclamata possibilità che la facciano autonomamente. Per risorgere c'è bisogno di uscire dai personalismi, smettere di curare il proprio orticello e pensare al bene collettivo di un mondo che, se dovesse continuare così, crollerebbe su sé stesso. La politica non può girarsi dall'altra parte e Proprio per questi motivi consegneremo una proposta di riforma al ministro Abodi in tempi strettissimi. Ci auguriamo che anche il vertice del calcio si assuma quella responsabilità necessaria si fronte alla perdita di valore della Serie A e dei pessimi risultati della nazionale”. Per questo dentro l’area Governativa si inizia a pensare a come incidere sul futuro dello sport italiano. Perché calcio a parte, da settembre inizieranno tutte le assemblee e i congressi delle varie federazioni sportive che porteranno dritte ai primi mesi del 2025 quando ci sarà l’elezione del nuovo presidente del CONI, visto che Giovanni Malagò ha concluso i tre mandati. Malagò ha provato a spingere per un quarto mandato appoggiandosi anche al deputato del Partito Democratico, Mauro Berruto, che ha presentato degli emendamenti all'articolo 1 del dl istruzione e sport, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 31 maggio. E il tema è anche quello dei mandati dei presidenti federali e degli enti sportivi che riguarda anche il n.1 del Coni, Giovanni Malagò al quale, se passasse una delle modifiche volute da Berruto, sarebbe consentito un ulteriore mandato oltre ai tre che ha già effettuato. Ma per la maggioranza, e Fratelli d’Italia in particolare, non se ne parla. Malagò potrebbe però essere un ottimo presidente della Figc. Il diretto interessato nei giorni scorsi aveva smentito ogni suo possibile futuro nell’ambito del calcio. Del resto, ora è concentrato sulle Olimpiadi di Parigi (dove, tra l’altro, è attesa anche Giorgia Meloni per una visita a tutti gli azzurri). In questi giorni il numero 1 dello sport italiano sta presenziando alle presentazioni delle varie rappresentative italiane. “L'Italia si presenta con uno squadrone, l'obiettivo è fare complessivamente meglio di Tokyo”, ha detto Malagò, “Dobbiamo fare 40 medaglie più una, poi vediamo cosa succede. A Tokyo siamo stati la prima Nazione europea, e anche negli anni successivi, tra europei e mondiali, siamo rimasti tali”. Ma sottotraccia si inizia a lavorare per il futuro. Bisognerà valutare anche le possibilità per Malagò di tenere gli incarichi su altre situazioni, come le Olimpiadi di Milano – Cortina. Per quanto riguarda il Coni a palazzo chigi premono per una discesa in campo dell’attuale Ministro per lo sport e i giovani, Andrea Abodi. Il Comitato olimpico nazionale italiano può valere molto di più della poltrona di un Ministero senza portafogli, soprattutto poi se c’è la volontà da parte del Governo di ridare più peso all’Ente, dopo che l’allora Governo gialloverde, per depotenziare Malagò, creò Sport e Salute, togliendo risorse, strutture e personale al Coni. Una ferita che non si è ancora rimarginata. Con una discesa in campo di Abodi, che metterebbe d’accordo molte federazioni, non ci sarebbe spazio per altri candidati, come l’attuale vicepresidente vicaria del Coni, Silvia Salis, che da tempo sogna i vertici di Largo Lauro De Bosis. Per arrivare al Coni però è importante avere Federazioni amiche, che poi materialmente devono eleggere il presidente. In questi giorni sono in corso di convocazione le varie assemblee elettive. Occhi puntati sulla Federnuoto, che va a congresso il 7 settembre all’Ergife di Roma. Il presidente uscente Paolo Barelli, numero uno degli sport acquatici in Italia dal 2000 (nonché capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati), è intenzionato a ricandidarsi per quello che, a oggi, molto probabilmente sarà il suo settimo mandato. Nel caso di una rinuncia del dirigente romano, anche per motivi legati alla politica, potrebbe scendere in campo il suo “delfino” Marco Bonifazi, coordinatore scientifico della Fin e responsabile medico della stessa. Un presidente federale di lungo corso, come Barelli, a differenza del passato, se punta a un mandato successivo al terzo dovrà ottenere il 66,67%. Il quorum dovrà essere almeno il 50%+1. In caso contrario l'assemblea sarà considerata deserta e la federazione verrà commissariata.

Riflettori puntati anche sui Comitati regionali del Coni. Nel Lazio c’è la corsa alla successione di Riccardo Viola, che sta per concludere il terzo mandato. Fratelli d’Italia vorrebbe puntare sull’attuale Delegato allo Sport della Regione Lazio, Alessandro Cochi, che infatti ultimamente si sta facendo vedere in diverse iniziative promosse dal Coni Lazio. Si sta muovendo anche l’attuale presidente del Panathlon Club di Roma, Stefania Lella, supportate da alcune federazioni sportive. In tutto questo scenario si registra un’assenza totale nel dibattito del centrosinistra. Un po’ a tutti i livelli l’area di sinistra sembra non trovare interesse alle dinamiche sportive, tanto da aver perso molto terreno negli ultimi anni anche sul fronte degli enti di promozione sportiva, a vantaggio di soggetti come Opes (da cui proviene il deputato e coordinatore romano di Fratelli d’Italia Marco Perissa). Per quanto riguarda il Coni Lazio c’è qualche timido tentativo a sinistra di provare a far scendere in campo l’ex advisor per lo sport della Regione Lazio, Roberto Tavani, che attualmente sta seguendo per il comune di Roma le attività al palasport di Piazza Apollodoro.

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