10 Febbraio 2021
La Giornata di Studi promossa dal Comitato scientifico sul Patrimonio del XX secolo di ICOMOS Italia e dal Gruppo di ricerca Paesaggi culturali contemporanei. Conoscenza, conservazione e sviluppo del Dipartimento di Architettura e Disegno Industriale dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli ha raggiunto gli obiettivi prefissati, vale a dire diffondere e condividere una più ampia conoscenza sugli stadi di calcio del Novecento e avviare un confronto allargato sulle possibilità di conciliare conservazione e adeguamento.
Dopo i saluti istituzionali, che hanno registrato anche i contributi di alcuni rappresentanti del Board di ICOMOS International e dell’ICOMOS-International Scientific Committee on 20th Century Heritage, è stata presentata una mappa completa degli impianti calcistici in Italia, articolati nelle varie fasi cronologiche, come base di una catalogazione georeferenziata, primo e indispensabile strumento di conoscenza, per passare poi a esaminare 22 casi studio – dai grandi stadi a quelli di medie dimensioni disseminati nel territorio nazionale – illustrandone i valori storici, le criticità, le proposte di intervento in essere.
Dopo aver ricordato l’azione a livello internazionale di ICOMOS per la difesa di alcuni stadi storici (il Franchi di Firenze, ma anche lo stadio di Lubiana di Jože Plečnik) e il particolare caso del Soldier Field di Chicago, nella tavola rotonda pomeridiana specialisti di vari settori – dagli aspetti strutturali, alla legislazione, al restauro – hanno affrontato l’interrogativo sui limiti e sulle possibilità di recupero degli stadi storici, apportando numerosi e utili elementi all’attuale dibattito sull’articolo 55 bis del decreto semplificazioni D.L. 76/2020, così detto ‘sblocca stadi’, che mette a rischio non solo la sopravvivenza di importanti attrezzature sportive degne di conservazione ma, agendo in deroga a quanto previsto dall’articolo 9 della Costituzione, mina l’intera struttura della legislazione italiana per la tutela del patrimonio culturale. L’auspicio è quindi che l’importante apporto conoscitivo e le riflessioni condotte possano incrementare, nella collettività, la consapevolezza dei valori di cui siamo consegnatari e promuovere un approccio più maturo verso la tutela delle architetture del Novecento nell’ambito di una visione olistica di città sostenibile, dove il patrimonio materiale e immateriale costituiscano elementi fondamentali dell’identità delle comunità.
La costante presenza di partecipanti sulla piattaforma Zoom e il crescente numero di visualizzazioni dell’evento registrato su Facebook (https://www.facebook.com/icomositalia/videos) confermano l’interesse e la centralità del tema, che merita un impegno congiunto da parte delle istituzioni politiche, delle amministrazioni locali, degli istituti di ricerca, nonché delle stesse società calcistiche, degli sportivi e dei loro tifosi, per costruire, congiuntamente, una strategia di conservazione e uso sostenibile sotto ogni punto di vista.
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