28 Gennaio 2024
Sembra sempre più imminente il ritorno in Rai di Massimo Giletti. Il noto conduttore, ormai assente dallo schermo da circa un anno, sembra destinato a tornare nella tv di Stato, quella in cui è iniziativa la sua carriera televisiva. L’artista è stato visto nei giorni scorsi proprio nella sede di Viale Mazzini. Sono iniziati i colloqui per discutere i progetti che vedranno Giletti impegnati sui canali Rai. Possibile un approdo su Rai 3.
Tra le novità annunciate nell’ultimo consiglio di amministrazione della Rai, che ha sancito anche l’approvazione del nuovo Piano Industriale 2024-2026, c’è anche il via ai lavori di ristrutturazione della sede centrale di Viale Mazzini. Un intervento annunciato da anni, sia per la nota presenza dell’amianto nel palazzo, ma anche per necessità di miglioramento dei locali ed efficientamento energetico. Alla fine, è stato deciso: per due anni, a partire dal 2025, la Rai cambierà temporaneamente sede per consentire i lavori. Ed è stata scelta anche la sede che ospiterà dipendenti e dirigenti: si tratta di una parte del Centro TIM di Via Oriolo Romano, che si trova in zona Cassia.
Una notizia che però ha subito destato preoccupazione e perplessità tra impiegati e dipendenti, che ogni mattina devono timbrare il cartellino e fare almeno 8 ore e 35 minuti. Innanzitutto, c’è da dire che, nel processo di selezione dei possibili immobili cui convogliare la sede provvisoria della Rai, la direzione preposta alla fine si è indirizzata sulle strutture TIM perché hanno il vantaggio che sono già cablate e attrezzate e che quindi, nella fase di trasloco, comportano a Rai minori costi per l’allestimento di uffici e postazioni. Tra le sedi TIM vagliate c’era anche quella di Via di Val Cannuta, che ha almeno il vantaggio di essere più vicina a una fermata della metropolitana (la fermata Cornelia della linea A). Ma si sa che a volte le scelte non tengono tanto conto delle necessitò dei normali lavoratori, quanto più del parco dirigenti e direttori. Non è un caso che molti risiedono nel quadrante di Roma Nord e, sembrerà casuale, ma dalla sede di Via Oriolo Romano c’è a due passi il Circolo Sportivo Due Ponti molto amato da alcuni dirigenti della nuova Rai Meloniana, spesso sede anche di appuntamenti elettorali, feste e iniziative (alla faccia del Circolo Rai di Tor di Quinto).
Le sigle sindacali avrebbero preferito un maggior coinvolgimento nelle scelte, anche perché avrebbero appreso della nuova sede solo dagli organi di informazione. I conti sono in effetti presto fatti. Se non si vuole prendere la macchina a Via Oriolo Romano arrivano un paio di autobus, ma si è sempre soggetti al traffico della zona. Non è comunque migliore il tragitto se si deve usare l’auto: se si digita sui motori di ricerca “Via Oriolo Romano Roma” escono fuori articoli sulla pericolosità dell’incrocio tra Via Cassia e Via Oriolo Romano, dove hanno perso la vita in passato anche alcune persone. Insomma, non proprio una passeggiata di salute. Non è un caso che qualche dipendente inizia a pensare manovre di trasferimento in altre sedi (Teulada, Dear e perfino la bistrattata sede di Borgo Sant’Angelo).
Le organizzazioni sindacali si preparano a chiedere tutele e incentivi per i lavoratori di Viale Mazzini che dovranno subire il disagio: da più giorni di smart working all’attivazione di un servizio navetta da un punto facilmente raggiungibile per portare tutti nel nuovo plesso. Duro il comunicato della Rsu Editoriale/Staff. “Questa Rsu che da anni si batte per la salute e sicurezza dei lavoratori e per lo smantellamento definitivo dell’amianto da viale Mazzini”, si legge in una nota, “non può che essere preoccupata per Il trasferimento di migliaia di lavoratori dalla sede della direzione generale e che comporterà tutta una serie di conseguenze sui dipendenti sia di carattere logistico, gestionale e di conciliazione vita lavoro, che non possono essere trascurate; a questo proposito l’Rsu aveva già inviato all’azienda in data 20 novembre 2023 una richiesta di incontro per trattare i temi del piano immobiliare e gli impatti sulle sedi romane. Condanniamo pertanto il fatto che la stampa abbia avuto notizia e dettagli del destino dei lavoratori da noi rappresentati prima che l’Azienda si ponesse nella condizione di metterne a parte le rappresentanze sindacali dell’unità produttiva. Il trasferimento dell’insediamento di viale Mazzini nella sede Tim di via Oriolo Romano desta non poco sconcerto e qualche riflessione più approfondita. La sede Tim in questione appare dislocata in una zona significativamente distante sia dal vecchio insediamento di viale Mazzini, sia dagli altri di cui al momento è noto che verranno mantenuti (Asiago, Teulada ecc.). Questo comporterà come la necessaria movimentazione di beni e persone sia nei due cicli di traslochi che nell’ordinarietà risulti piuttosto complessa e affidata a flotta aziendale, taxi e mezzi privati. In un mondo in cui si va nella direzione di promuovere aziendalmente la mobilità sostenibile Rai rischia di tornare indietro. Un impatto significativo si potrebbe delineare anche sulla mobilità interna dei dipendenti che troveranno appetibili cespiti maggiormente centrali, con servizi più accessibili, disincentivando in alcuni casi anche le nuove assunzioni. Inoltre, ci poniamo il problema della possibile coabitazione con il personale Tim che sappiamo essere attualmente lì insediato. Da ultimo riteniamo del tutto fuori luogo acquistare arredamenti per un moderno desksharing a viale Mazzini per poi, smontarli e metterli in un magazzino con ulteriori aggravi di costi sulla ristrutturazione, per poi rimontarli dopo anni ormai obsoleti, se tutto va bene, in una nuovissima direzione generale rinnovata e bonificata. Chiediamo a tutte le lavoratrici e i lavoratori di rappresentare a questa Rsu e alle proprie sigle sindacali di riferimento tutte le problematiche relative alle varie attività che si svolgono nel palazzo. E contestualmente richiediamo nuovamente di aprire un tavolo di confronto a tutela e garanzia dei lavoratori che hanno il diritto di essere rappresentati nella gestione di questa transizione”.
"Che tristezza Unirai che scrive sotto dettatura del direttore Chiocci o di qualche ministro giornalista per difendere l`indifendibile. Invece di tutelare l`autonomia dei giornalisti, siamo agli attacchi frontali ai componenti della commissione di vigilanza. Ricordiamo a Unirai che il partito democratico non vuole 'dettare' nulla alle redazioni, pretendiamo invece che sia rispettata la corretta informazione e che non si interpreti il servizio pubblico come la tv del governo e della sua propaganda. Ecco perché i vertici devono venire in vigilanza ed ecco perché oggi abbiamo annunciato un sit-in sotto la Rai a difesa della libera e corretta informazione pubblica". Così i componenti della commissione di vigilanza Rai.
''Non ci facciamo dettare i comunicati da nessuno. Chi lo sostiene, evidentemente, vuole solo offendere. Mentre noi vogliamo confrontarci con tutti. A tal proposito invito i commissari del Pd in Vigilanza a chiedere anche la mia di audizione.
Avrei la possibilità di spiegare cosa è UniRai. Perché è nato questo nuovo sindacato dei liberi giornalisti Rai. E anche perché sta dando tanto fastidio". Lo afferma Francesco Palese, segretario di UniRai.
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