The Rock
22 Settembre 2023
La battaglia degli sceneggiatori e degli attori negli Stati Uniti, iniziata prima dell'estate non accenna a risolversi con tutte le conseguenze per l'industria dell'audiovisivo, a partire dalla stagione in corso, ma è un confronto che riguarda tutti noi perché è come se guardassimo allo specchio il nostro futuro. Non solo, come fruitori di un prodotto cinematografico, ma come creatori di qualsiasi opera che sia artistica o legata ad una professione.
Le prime conseguenze della protesta dello sciopero degli sceneggiatori ha portato al blocco della lavorazione di film e serie la cui fase di scrittura era in definizione, mentre quello successivo degli attori ha, di fatto, bloccato anche i set ancora aperti e ogni promozionale riguardo ai titoli già predisposti per la distribuzione. Alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, per esempio, erano presenti solo le celebrities che appartenevano a produzioni indipendenti e non affiliate ai produttori dei grandi studios. Inoltre, il prolungamento dello sciopero, ha stravolto il calendario di Hollywood che è totalmente paralizzato. Pertanto, le serate per i riconoscimenti che precedono la Notte degli Oscar sono state rimandate e posticipate con il rischio di compromettere seriamente l'evento più atteso che è quello della premiazione e consegna degli Oscar che si svolge a Marzo.
Per la cronaca, la protesta va avanti ormai da quattro mesi e mezzo quando il 2 maggio, gli sceneggiatori della Writers Guild of America (WGA), l'organizzazione che riunisce i due sindacati attivi negli Stati Uniti, sono in sciopero, dopo che i colloqui con l'Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), che rappresenta i maggiori studi di Hollywood, si sono interrotti senza accordo sui termini del nuovo contratto collettivo sia stato raggiunto. ll 14 luglio, SAG-AFTRA, il sindacato statunitense che rappresenta oltre 160 mila attori del cinema e della televisione, si è unita allo sciopero preoccupati che l'intelligenza artificiale possa replicare le loro immagini e le loro voci senza senza il rispetto dei loro diritti. Per cui, la protesta riguarda il mancato accordo sulla richiesta di maggiore investimenti a fronte della diminuzione delle retribuzioni e per nuove regole per la protezione dei diritti d'autore.
I punti in discussione sono sostanzialmente due: le royalties e l'applicazione dell'intelligenza artificiale. In passato, infatti, attori, sceneggiatori, registi, oltre al compenso iniziale, percepivano un'entrata economica ogni volta che i film a cui avevano lavorato venivano riproposti in televisione, assicurandosi così un guadagno passivo nel tempo, mentre oggi con le piattaforme di streaming on- demand, che di fatto hanno sostituito i canali di riproduzione standard, c'è stata una diminuzione netta sulle royalties percepite. In particolare, i cosiddetti residual, cioè i diritti di ogni replica passaggio in tv o adattamento i Paesi stranieri, con la fruizione sulle piattaforme poiché il film o la serie restano sulla piattaforma per tanto tempo e in contemporanea in tutti i Paesi, i meccanismi per l'accumulo dei residual vengono meno e di conseguenza le remunerazioni degli autori diminuiscono sempre di più.
E poi, c'è la questione dell'intelligenza artificiale. Sceneggiatori e attori sarebbero molto preoccupati per la minaccia che l'intelligenza artificale generativa può avere e delle sue possibili conseguenze in ambito creativo, per il rischio concreto che la sua applicazione vada un giorno a sostituire i ruoli dello sceneggiatore e dell'attore stesso.
In Italia, lo scorso 19 settembre a Roma, si è affrontato questo argomento nel Convegno intitolato “Intelligenza Artificiale: creatività, etica, diritto e mercato”presso il Ministero della Cultura promosso dal Sottosegretario di Stato Lucia Borgonzoni, dove i maggiori esperti del settore audiovisivo, artistico, musicale, ma non solo, si sono riuniti per stabilire quali prospettive potrebbero aprirsi davanti a questa nuova applicazione e considerare l'Intelligenza Artificiale come una forza da regolamentare e non come una minaccia da cui proteggersi.
“Con un primato di indiscutibile valore qual è quello di cui può fregiarsi nel campo della cultura e delle arti, l’Italia – ha affermato il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, con delega a diritto d’autore e imprese culturali e creative – saprà occupare una posizione centrale nella discussione attorno alle opportunità e alle sfide lanciate dall’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel campo delle industrie creative, che si sta consumando a livello globale ai più alti tavoli istituzionali. Proprio qui dove ogni giorno lavoriamo per tutelare il nostro immenso patrimonio, i più grandi esperti delle materie coinvolte nel dibattito sono stati chiamati a raccontare, ciascuno per le proprie competenze, in che modo le nuove intelligenze artificiali abbiano già permeato la quotidianità e quali orizzonti e quali prospettive potrebbero aprirsi ad un’applicazione senza disciplina né limiti prestabiliti. Spunti e riflessioni da cui partire per la definizione di strumenti e misure che riconoscano la centralità dell’uomo sulla macchina, a tutela della creatività umana e della proprietà intellettuale nonché delle opere stesse. Nei prossimi mesi l’impegno di Governo e Ministero si concentrerà proprio in questa direzione”.
Ben vengano queste riflessioni per la tutela della creatività nella speranza che al tempismo delle proposte possa corrispondere un impulso fattivo in tutti gli ambiti perché il rispetto del trattamento del diritto d'autore è legato anche alla qualità. Creatività e idee vanno tutelate. E c'è da dire, anche, che rispetto alle battaglie per cui gli americani combattono uniti, nel nostro Cinema, non sono ancora tutelate abbastanza le professionalità autoriali dei film. Parlo di sceneggiatori e registi che non hanno diritto ai cosiddetti residuals per il passaggio in onda. Non come nella musica. Non come per gli attori. Se l'America vanta l'industria cinematografica più importante del mondo, oltre ai grandi investimenti, è anche perché ha riconosciuto da tempo queste dinamiche. Ora, ha altre sfide da affrontare che noi seguiamo e cerchiamo di cogliere perché un giorno anche noi ci dovremo fare i conti. Ma per rendere visibile un orizzonte con tali standard produttivi e rilanciare il Cinema italiano sarebbe importante valorizzare la qualità dei nostri registi e sceneggiatori, principio che non può non passare anche attraverso il riconoscimento del copyright autoriale nell'audiovisivo a livello europeo.
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