06 Luglio 2023
Fonte: Biennale di Venezia
Anche la Biennale di Venezia si tinge di arcobaleno. “Il fulcro della mia mostra sarà l'artista queer”. Nella breve conferenza stampa di presentazione della sessantesima Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia (20 aprile-24 novembre 2024), il curatore brasiliano Adriano Pedrosa è stato precisamente lapidario. In qualche modo, è parso perfino scontato il richiamo alla cultura Lgbtq+ a cui si lega l'aggettivo queer (a indicare coloro che non sono eterosessuali e/o non sono cisgender) essendo che nei giorni scorsi le voci del corridoio curatoriale davano per certo il tema. Quindi nessuna sorpresa. L'artista fulcro non dovrà però essere solo e semplicemente queer, bensì outsider, meglio se autodidatta, ancora meglio se folk o indigeno, in ogni caso straniero.
Il titolo scelto dal brasiliano Pedrosa, direttore del Masp, il museo di San Paolo, e influente curator del Sud del mondo, Sud che il presidente della Biennale Roberto Cicutto evoca come fil rouge del proprio mandato, è comunque denso di suggestioni: Stranieri Ovunque, Foreigners Everywhere da un lato infatti rimanda alla questione geografica, e dal punto di vista della cronaca, immediatamente, a recenti fatti globali, crisi, guerre, migrazioni; dall'altro, si carica di aspettative filosofiche, quasi ontologiche, basti pensare alla riflessioni che hanno segnato il Novecento, a partire da quelle di Martin Heidegger sulla gettatezza dell'uomo nel mondo, sul dispatrio esistenziale che è la condizione prima e ineludibile dell'essere umano, e dunque dell'artista il cui compito è di riappropriarsi di quel territorio che è casa.
“Il contesto in cui si colloca l’opera è un mondo pieno di crisi multiformi che riguardano il movimento e l’esistenza delle persone all’interno di Paesi, nazioni, territori e confini e che riflettono i rischi e le insidie che si celano all’interno della lingua, delle sue possibili traduzioni e della nazionalità, esprimendo differenze e disparità condizionate dall’identità, dalla cittadinanza, dalla razza, dal genere, dalla sessualità, dalla libertà e dalla ricchezza”, ha spiegato Pedrosa. “In questo panorama, l’espressione Stranieri Ovunque ha (almeno) un duplice significato. Innanzitutto vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri”.
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