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Rudolf Nureyev, 30 anni fa l’addio al “tartaro volante”: con lui la rivoluzione della danza maschile

Una vita dedicata alla danza. Nureyev si distinse non solo per le incredibili doti da ballerino, ma per aver rivoluzionato il mondo del balletto rivolgendo pari importanza ai ruoli maschili

06 Gennaio 2023

Rudolf Nureyev, 30 anni fa l’addio al “tartaro volante”: con lui la rivoluzione della danza maschile

fonte: Twitter @fraurolo121

Rudolf Nureyev, di origini russe naturalizzato austriaco, sarà per sempre ricordato per essere stato il più grande danzatore di tutti i tempi. Colui che ha rivoluzionato il ruolo del ballerino. Un "genio ribelle" sin dai primi attimi: la nascita su un treno, la fuga dalla Russia, il successo senza precedenti oltre i confini del teatro, fino a tv, moda e showbusiness. 

Rudolf Nureyev, 30 anni fa l’addio al miglior ballerino di tutti i tempi

Il più grande danzatore di tutti i tempi, ha cavalcato le scene dei migliori teatri al mondo, una star internazionale, un mito capace di avvicinare il balletto classico a tutti gli spettatori e di spezzare le divisioni di genere. Un successo mondiale senza precedenti. A 30 anni dalla scomparsa, si celebra la vita e la carriera di Rudolf Nureyev, il "genio ribelle", come veniva definito, per ricordare la storia di una delle personalità artistiche più affascinanti del Novecento.

Una vita straordinaria sin dalla nascita. Nato in un vagone del treno della transiberiana, “strada facendo” tra la povertà e gli stenti dell’infanzia in Unione Sovietica, poi proseguita in Europa, dove il suo talento vide la luce per poter brillare. Parigi fu la città della svolta, quando nel 1961 decise di non far più ritorno in Russia e chiese asilo politico in Francia. “Non faceva politica, ma l’ha fatta comunque con la sua fuga in Francia” ricorda Luigi Pignotti, suo storico manager. Da lì Londra e poi il Teatro Alla Scala di Milano, una carriera incredibile che lo ha visto dominare i palcoscenici d’Europa e d’oltreoceano. 

Nureyev si distinse non solo per le incredibili doti da ballerino, ma anche per aver rivoluzionato il mondo del balletto rivolgendo pari importanza ai ruoli maschili, allora secondari alla figura della ballerina. Un visionario, che ha dedicato la sua intera vita al balletto con un’attenzione maniacale al lavoro e una dedizione senza eguali, arrivando a fare 280 spettacoli l’anno. 

Rudolf Nureyev, la rivoluzione della danza maschile 

Era un vero personaggio da romanzo. Colui che sarebbe diventato, per tutto il mondo, il "tartaro volante" e senza il quale la danza ora non sarebbe stata la stessa. Il balletto classico e quello moderno sarebbero rimasti incompatibili, non ci sarebbero stati fenomeni pop come Roberto Bolle e forse anche Maurice Béjart non avrebbe creato coreografie così centrate sul corpo e sulle movenze maschili. 

Un artista che ha lasciato un marchio indelebile nel panorama culturale del secolo scorso, raccontato attraverso le parole di chi ha avuto il privilegio di essere accanto a lui. Lo ricordano Sylvie Guillem, star della danza e prima ballerina al mondo a ricevere il Leone d’Oro alla carriera; Manuel Legris, direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala; Pierre Lacotte, coreografo e direttore artistico amico di Nureyev; l’étoile Roberto Bolle che venne notato da Nureyev quando aveva solo 15 anni e Luigi Pignotti, manager e fisioterapista di Nureyev.

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