27 Dicembre 2021
Silvio Aloisio, in arte Daniele Montenero, è nato il 1955 in Calabria ma vive a Prato da sempre. In quest’intervista, ci racconta la faticosa gavetta, i successi tra gli anni ’70 e gli ’80, il percorso con I Romans, la nascita della sua band e la ribalta con The Voice Senior, programma canoro prodotto da Fremantle in onda su Rai1 condotto da Antonella Clerici.
Dai concorsi canori a Prato all’incontro con Bigazzi, fino al primo contratto con la Sugar. C’è chi dice che la gavetta non serva...
«Esatto. La grande passione per la musica e il canto mi hanno accompagnato fin da bambino, nella Prato degli anni 60, dove mio fratello più grande mi faceva da manager, portandomi a fare i concorsi voci nuove, in Toscana e fuori. Dal Politeama Pratese, Frascati, l’Apollo, il Kursaal di Montecatini Terme, al Caffè Margherita di Viareggio. Ricordi bellissimi!»
Com’è avvento il passaggio da Silvio Aloisio a Daniele Montenero?
«Il piccolo Silvio riscuoteva consensi positivi in ogni sua esibizione e crescendo continuavo a cantare e a suonare. A 15 anni mi esibivo nei dancing e nei locali notturni. Era il 1971 e mentre stavo suonando in un locale importante di Firenze capitò una persona importante dell’ambiente discografico musicale, un grande autore della storia della canzone italiana, Giancarlo Bigazzi, che m’invitò al suo tavolo facendo i complimenti per la mia performance, come per la mia voce, e chiedendomi se avrei potuto incontrarlo a casa sua per fare un provino. Di lì a poco ci incontrammo e provinammo alcuni brani divenuti poi grandi successi di altri artisti, di cui non faccio il nome. In ogni caso, l’incontro andò bene perchè riuscì ad avere un contratto con la Cbs sugar. Toccavo il cielo con un dito! L’unica nota cupa era il nome, che a detta di Giancarlo e del direttore artistico della casa discografica dell’epoca, aveva troppe esse. Dopo varie riflessioni, venne fuori Daniele Montenero.»
La Bussola di Viareggio, Un Disco per l’estate, Alto Gradimento e poi il primo disco ma senza gran successo. Perché non riuscì a rubare il cuore delle fans?
«Siamo già nel ’73 e tra un provino e l’altro Bigazzi mi dava dei consigli, come quello di non rimanere troppo “locale” ma di formare una band per fare gavetta e andare in giro per l’Italia. Tra i brani che provinavo ne uscì fuori uno a cui tutti credevano e decisero di farmi fare il mio primo 45 dal titolo Domani nasce un altro uomo. Con questo brano, partecipai alle selezioni di Un disco per l’estate e fu passato in vari programmi radio Rai dell’epoca, tra gli altri Supersonic e Alto gradimento. Non ebbe il successo che tutti speravamo. Forse qualche cuore di fans fu rubato, ma non fino al punto di arrivare al grande successo.»
Nel ’75 entra nei Romans per poi sciogliervi negli anni ’80. Perché questa decisione?
«A dirla tutta, I Romans nascono agli inizi degli anni ’60, gruppo più longevo della musica Italiana. Non sono io il fondatore perché sono entrato a farne parte appunto nel 1975. La collaborazione con Bigazzi continuava ma un po’ a rilento poiché era molto impegnato con altri artisti. Nel marzo 1974 parto per il militare però fortunatamente riesco a rimanere in Toscana, all’aereoporto di Pisa. Di giorno facevo il mio dovere, la sera partivo per cantare alla Bussola di Focette. Una sera vennero a trovarmi I Romans e mi fecero la proposta di entrare a far parte del gruppo. Li ringraziai ma io avevo un contratto e dovevo chiedere la liberatoria, che Bigazzi mi concedette. Entrai a far parte del gruppo come cantante solista nel 1975. Di lì a poco grandi successi come Coniglietto, La mia donna, Ho bisogno di te, fino alla crisi discografica dei primi anni ‘80, dove ognuno di noi prese strade diverse.»
Fonda la Daniele Montenero Band e fu subito successo in tutta Europa. In Finlandia conosce anche sua moglie, quindi quanto è stata importante la famiglia nel suo percorso artistico?
«Chiusa la questione del gruppo, mi rimboccai le maniche, rifondai la mia Daniele Montenero Band per andare a cantare in giro per l’Europa, dalla Svizzera alla Finlandia. Non solo come cantante ma anche come marito perchè in Finlandia conobbi mia moglie, che sin dall’inizio è stata il mio primo punto fermo, la canzone più bella e il disco d’oro più importante della mia vita privata e artistica. A coronare il tutto, sono nati Alessandro e Federico.»
In questa edizione di The Voice Senior è piaciuto a tutti e quattro i giudici, e ha scelto Orietta Berti. Com’è il vostro rapporto?
«Il rapporto con la mia coach è cordiale ed empatico. Lei è una persona semplicissima, che mette a proprio agio dando dei consigli preziosi.»
Al di là di una vittoria, che tutti Le auguriamo, ma cosa si aspetta nel post programma? Ci sono già novità che può anticiparci?
«Devo dirti che essere arrivato fino a qui per me è già una vittoria. Si vocifera siano state ascoltate più di 6000 persone, per cui già far parte della squadra di Orietta i rende felice. Il fatto di partecipare a un programma importante mi ha dato grande soddisfazione e un po’ di visibilità, per ridare linfa ai successi de I Romans. Come ho detto in una delle mie precedenti interviste, a 66 anni rimettermi in gioco, dare voce a tutti quelli come me e dimostrare che malgrado la veneranda età abbiamo ancora qualcosa da dire per la musica è una sana soddisfazione. Novità? È già pronto un nuovo progetto musicale che ripercorre la mia carriera con parte delle canzoni conosciute e con nuovi brani inediti, che consiglio a tutti di ascoltare quando ai primi mesi del 2022 uscirà in tutti gli store.»
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