20 Aprile 2021
Minari (fonte Instagram @minarimovie)
Il prossimo 26 aprile riaprono finalmente i cinema e il film di cui si sta parlando di più in queste ore è Minari: sarà il primo a essere proiettato nelle sale, a più di un anno dall'inizio delle chiusure imposte dal Governo per contrastare la diffusione del Coronavirus. Candidato a ben 6 premi Oscar, Minari vanta già premi ai Golden Globe, Sundace e Bafta.
Minari sarà dunque il primo film a uscire nelle sale dei cinema italiani il 26 aprile, proprio all'indomani della notte degli Oscar. D'altronde la stessa pellicola è stata definita da molti come il "simbolo" di questo 2021, in cui "inclusività" sembra essere la parola d'ordine.
Si tratta del quarto lungometraggio scritto e diretto da Lee Isaac Chung - figlio di immigranti dalla Corea del Sud cresciuto in Arkansas - che ci presenta un'intima riflessione sull'incontro tra due mondi apparentemente molto lontani.
Minari nasce dal desiderio di Chung - come lui stesso ha raccontato in un'intervista - di raccontare alla figlia le sue origini, ma anche i tantissimi sacrifici fatti dai nonni per sbarcare in America. Con questo intimo e personale racconto, il protagonista ci spiega cosa rappresenta per lui la famiglia.
La storia ha inizio quando Jacob - interpretato dall'attore Steven Yeun - da poco arrivato dalla Corea, trascina la sua famiglia dalla California all'Arkansas, deciso a ottenere la propria indipendenza da agricoltore, negli Stati Uniti degli anni '80. Jacob vede l'Arkansas come una terra ricca di opportunità, ma il resto della sua famiglia non è d'accordo.
Saranno poi due membri della famiglia, il giovane David (Alan Kim) e la nonna anziana Soonja (Yuh-Jung Youn), che giunti in Corea, stravolgeranno la loro vita.
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