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Vaccino, Pregliasco fa allarmismo, poi cade dal pero: "Stagione influenza molto dura, ostilità per i sieri è ormai diffusa dappertutto"

Pregliasco prevede un’influenza “molto aggressiva” a Natale. Ma la fiducia nei vaccini crolla: la gestione del Covid ha lasciato diffidenza e scarsa adesione alle campagne

05 Novembre 2025

Vaccino Covid, Pregliasco: “Variante JN.1 aggressiva, schiva il siero”, il web: “la paura di non contare più un ca**o lo fa delirare”*

Fabrizio Pregliasco, fonte: imagoeconomica

La "virostar" Fabrizio Pregliasco non si arrende: continua a fare allarmismo, questa volta sull'influenza stagionale, chiamandola "la più dura di sempre". Poi, però, denuncia che in pochissimi vogliano sottoporsi al vaccino anti-influenzale. Sembra cadere dal pero, notando che "l'ostilità ai sieri è ormai diffusa dappertutto" dopo l'epoca Covid.

Vaccino, Pregliasco fa allarmismo, poi cade dal pero: "Stagione influenza molto dura, ostilità per i sieri è ormai diffusa dappertutto"

Un’influenzamolto aggressiva”, con il picco durante le vacanze di Natale e "fino a 16 milioni di italiani colpiti". È il nuovo allarmismo lanciato dal virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ircss Galeazzi-Sant’Ambrogio di Milano. La "virostar" parla di una stagione influenzale “molto tosta”, segnata dalla circolazione di due virus principali — A/H3N2 e B/Victoria — già responsabili di un’ondata severa in Australia.

Secondo Pregliasco, la malattia colpirà tra il 15 e il 20% della popolazione, con "sintomi intensi e febbre improvvisa". Accanto ai virus influenzali, agiranno anche il "virus respiratorio sinciziale e altri agenti para-influenzali, che complicheranno il quadro clinico". Ma l’influenza non sarà l’unico problema dell’inverno: “Il Covid è tornato a salire”, ha continuato a ripetere, segnalando l’emergere della variante Stratus Xfg, “meno cattiva, ma sempre insidiosa”.

Nonostante ciò, la fiducia dei cittadini nelle vaccinazioni sembra ai minimi storici. Pregliasco stesso ammette che le percentuali di adesione sono in calo: “Per l’influenza siamo scesi al 53,5% tra gli over 65; per il Covid, i richiami si fermano a un misero 5%”. Un dato che riflette un sentimento diffuso di stanchezza e diffidenza, conseguenza anche di anni di comunicazione confusa e coercitiva durante la pandemia. L’obbligo vaccinale, i lockdown e la gestione emergenziale hanno lasciato una ferita profonda nella percezione pubblica: molti cittadini, oggi, associano i vaccini non alla tutela della salute, ma al controllo e alla restrizione delle libertà personali, agli iper-guadagni delle Big Pharma e agli effetti avversi gravissimi.

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