17 Agosto 2025
Fonte: AttoPrimo
Avrei rinunciato volentieri a commentare il fiume di irriverenza che ha inondato le recenti nomine del Nitag (Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni).
Ascoltando il chiasso e il livello degli insulti ero quasi certa che il ministro della Salute li avrebbe ignorati. Ma non è andata così. Orazio Schillaci si è rimangiato la decisione ritirando il decreto delle nomine da lui stesso firmato.
PS. La notizia dell’azzeramento delle nomine è stata diramata con un comunicato dell’ufficio stampa questa mattina e rilanciata dai siti, nessuna notifica ufficiale è arrivata agli interessati. È scritto che il ministro ha firmato il decreto di revoca e che “si ritiene necessario avviare un nuovo procedimento di nomina per coinvolgere tutte le categorie e gli stakeholder interessati”.
I fatti
Il Nitag è l’organismo tecnico competente sui farmaci-vaccini che affianca il governo nelle decisioni da prendere. Il 6 agosto escono i 22 nomi, fra i quali quelli di due medici, il pediatra Eugenio Serravalle e l’ematologo-ricercatore Paolo Bellavite – entrambi molto stimati, un clinico di esperienza quarantennale il primo, e uno studioso dall’indice Hindex 56, il secondo – diventati nel giro di pochi giorni bersagli da colpire con qualsiasi fraseggio. Sono due no vax. Orrore. Due persone che “osano” criticare le politiche vaccinali. Il Nitag “non può” ospitare al proprio interno chi non parla bene senza se e senza ma di qualsiasi vaccino entri sul mercato.
Capiamo qualcosa della levata di scudi: i commenti degli odiatori sono iniziati dagli esponenti del PD: “Meloni e Schillaci accarezzano i complottisti, un insulto a chi crede nella scienza” (detto pure da chi non ha neanche una laurea) e rilanciati dalle virostar: “Come vedere don Vito Corleone e al Capone alla commissione anti mafia” (ma come si permettono?). Il tam tam si è allargato a macchia d’olio, proprio come in pandemia i cittadini che non si sono vaccinati si sono sentiti dare dei “sorci da chiudere in casa”, da “prendere per il collo e appendere”, o “aspetta che me ne capiti uno sottotiro in ospedale vedete cosa gli faccio” .
Proprio così, l’ondata di irriverenze contro Serravalle e Bellavite non è dissimile dalla persecuzione subita da onesti cittadini allorquando si palesò all’orizzonte l’mNRA. Non ti vaccini? Niente lavoro, niente vita sociale, niente sport, niente scuola, niente mezzi pubblici e pure la gogna (pubblica).
Gli stakeholder
Il ministro Schillaci terrà conto per le prossime nomine al Nitag dei portatori d’interesse: e chi più di noi, in quanto possibili destinatari di vaccini, può dirsi stakeholder?
Che poi il problema dei farmaci e dei vaccini è uno solo, anzi due.
Chiediamo che l’informazione su questi prodotti sia completa, che sia fornita da professionisti senza conflitti di interesse con le aziende produttrici e che si guardi alle pubblicazioni scientifiche. Che non si sia obbligati a iniettare tutto il pacchetto dei vaccini a disposizione dei bebè al compimento dei 60 giorni ma che si possa discutere liberamente con il proprio pediatra quando, se, come e per che cosa vaccinare.
Una richiesta simile non è da no vax, ma da persona di buon senso che si aspetta di ricevere spiegazioni e suggerimenti dal proprio medico di fiducia su ogni terapia.
Secondo: che nessuno sia “preso per il collo”, ricattato e obbligato ad assumere farmaci o vaccini. Era prassi dei lager nazisti, ricordiamo anche questo, e proprio per evitare derive simili fu scritta la Costituzione: “Nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge. E la legge non può, in nessun caso, violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Art 32.
Quando ero in attesa della prima figlia sentivo ripetere dai medici più anziani la storia del Talidomide, il farmaco che negli anni ‘60 veniva suggerito come rimedio alla nausea gravidica. Con il tempo l’Italia si accorse che quel medicinale – entrato sul mercato dopo studi su cavie – provocava gravi malformazioni nei feti. Venne ritirato dopo che alcuni bambini nacquero focomelici. Quell’esperienza tragica per alcune mamme è stata di aiuto alle successive.
Ma è diventata utile perché c’è stata un’osservazione, più o meno attenta, una raccolta dati, una comparazione. E un atteggiamento di prudenza che ha prevalso nel ministro della Salute e fra le istituzioni.
Ecco che viene in mente che la Legge istitutiva dell’obbligo vaccinale nell’infanzia del 2017 – sì quella che vieta nidi e materna ai bimbi che entro i tre anni non hanno ricevuto le dosi obbligatorie – prevedeva entro 5 anni proprio l’osservazione, la raccolta dati e la comparazione per poi, eventualmente, rivedere la prassi dell’obbligo. Quasi 9 anni dopo che tipo di farmacovigilanza è stata fatta?
Scrivere a …
In queste settimane di attesa del nuovo Nitag, invitiamo non solo le associazioni ma anche le famiglie, i single, i cittadini, autentici “portatori di interessi” di farmaci e vaccini, a esprimersi sulle nomine. È importante farlo, altrimenti ci resterà la convinzione che chi ha fatto la voce grossa e ha insultato sia riuscito a mandare tutto all’aria.
segreteriaministro@sanita.it
caposegreteriaministro@sanita.it
di Gioia Locati
Fonte: Il Giornale
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