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Vaccino Covid, Burioni “sburioneggia” sui danneggiati da inoculazione, ma il vero disagiato mentale è lui

Burioni ovviamente non crede assolutamente che non ci siano i danni da vaccino Covid, così come i danneggiati da vaccino, ma ormai deve reggere la parte in questa lirica

26 Luglio 2025

Roberto Burioni

Roberto Burioni (fonte: Lapresse)

Hai sentito cosa ha detto Burioni?”, mi dice il mio amico Luca Greco. Onestamente ho assai di meglio da fare, gli rispondo. Così mi gira il pensiero profondo di questo illuminato dutúr, il Litizzetto col camice bianco ospite di Fabio Fazio (è ancora uno degli ospiti fissi? Boh, non lo so. Ma che me frega…). Leggo e trascrivo il Burioni pensiero consegnato alla sua memorabile pagina Fb: "Io ho disprezzo per gli arroganti somari anonimi che pretendono, in un italiano claudicante, di spiegarmi materie che io studio da 40 anni. Con la mia coscienza sono a postissimo perché i danni da vaccino a mRNA contro il Covid esistono solo nella vostra testa. Avete ragione a chiedere ascolto da parte delle istituzioni che dovrebbero darvi conforto in questo disagio mentale. Ma io non faccio parte delle istituzioni, e non sono tenuto a farlo".

Caro Luca, amico mio, tu ora mi chiedi una risposta a tanto sapere, a tanta saggezza cumulata in quarant’anni di studio e sbattuta in faccia a noi, poveri tapini, che socraticamente sappiamo di non sapere nel senso che non ci accontentiamo mai della conoscenza acquisita e siamo in ricerca continua. Un po’ come dovrebbe fare la scienza medica e come dovrebbero fare i medici. Lui no, Burioni sa perchè egli è. Egli è la medicina che già sa, che non si interroga più perché è arrivata al proprio akmé. Pertanto può consentire ai suoi occhi affaticati da quarant’anni di studio di riposare. Di chiuderli per non vedere. Burioni, dopo quarant’anni di studio ben impastato con la pratica, può permettersi di chiudere gli occhi e di acquietare il cervello così stressato, con la coscienza a posto. Ecco perché, con le palpebre calate e il cervello che non deve più sopportare lo stress di una conoscenza che non pone mai limiti e mai si sazia, divulga da Fazio e con Fazio. Divulga nel senso più pieno nell’etimologia del termine: diffonde tra il volgo, tra la plebe. Ecco perché parla così: non perchè abbia lingua inaridita e testa indolenzita dal riposo doveroso per chi ha studiato quarant’anni; assolutamente no, egli divulga tra il volgo con il linguaggio del volgo per farsi accettare dal volgo. Pur mantenendo una certa distanza. Perchè egli sa, egli conosce, egli è. Ed è qui che si confonde.

Pertanto in questo procedere sghembo, in questa perifrasi scazonte e in codesto coliambo divulgativo, inciampa sui suoi stessi piedi e cade in un ruzzolare comico, fantozziano. E insulta chi sorride, chi ride e chi lo deride con sfrontata fanciullezza. “Somari”, verga ruvidamente. “Somari e disagiati mentali”. Pare sentirlo urlare e inveire contro quel volgo con cui egli stesso voleva e vuole confrontarsi, seppur mantenendo le distanze perché egli è la medicina, egli è il sapere medico. “Che ne volete sapere voi, somari ignoranti e pure disagiati mentali” pare udirlo; voi, che dopo esservi vaccinati per seguir “virtute e conoscenza” in contrapposizione ai bruti no vax (che infatti adesso stanno bene, alla faccia di Draghi e non solo. Ops, mi è scappata e fate finta di non aver letto nulla) ora lamentate di effetti avversi. Tacete, somari. “I danni da vaccino a mRNA contro il Covid esistono solo nella vostra testa” urla il Burioni in un verso scazonte proprio come fosse il vecchio Ipponatte che nella lirica greco se la prendeva contro Bupalo: Tenetemi il mantello, pesterò l’occhio a Bupalo.

Meraviglioso Burioni! Lirico, Burioni! La letteratura di Burioni è così, come i giambi di Ipponatte che studiavamo al liceo (rigorosamente il Classico), irruenti e infantili al tempo stesso. Burioni ovviamente non crede assolutamente che non ci siano i danni da vaccino e i danneggiati da vaccino, ma ormai deve reggere la parte in questa lirica. Tant’è che, tra le righe dei suoi versi, il Nostro si rivolge supplichevole alle Istituzioni affinché rivelino quella Verità che egli non può affermare per ragioni di copione. Così, da simpatica canaglia qual è, Burionisburioneggiae offende il popolo - prima i no vax e poi i danneggiati da vaccino - perché in fondo vorrebbe picchiare il padre, colpevole di non avergli consentito di realizzare il suo unico, vero, grande sogno: diventare pianista. Lui sì che un disagiato mentale, da decenni. Ci fa tenerezza, il vecchio Bob.

Ps. Per aiutare il simpatico Burioni chiediamo alla Commissione d’inchiesta sul Covid di svegliarsi dal torpore e dirci qualcosina. E chiediamo infine a Fabio Fazio di concedere un pianoforte al nostro, come seduta terapeutica di conforto al disagio mentale che gli provoca la frustrazione del desiderio mai raggiunto. Quanta sofferenza, mischinu…

Di Gianluigi Paragone

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