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Vaccino Covid, Costa ragiona: "L'obbligo non è all'ordine del giorno"

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: "Abbiamo deciso di instaurare un rapporto di fiducia con i cittadini che ha dato ottimi risultati"

03 Dicembre 2021

Vaccino Covid, Costa ragiona: "L'obbligo non è all'ordine del giorno"

Fonte: Facebook

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa parla del possibile obbligo vaccinale, scottante tema che divide in due l'Italia, e ragione: "Ad oggi non è all'ordine del giorno", dice l'esperto a margine di un evento sulle farmacie in corso oggi, venerdì 3 dicembre 2021, a Genova. "Abbiamo deciso di instaurare un rapporto di fiducia con i cittadini che ha dato ottimi risultati", continua.

Covid, Costa: "Italia secondo paese Ue per vaccinati"

"Siamo il secondo paese europeo per vaccinati" contro il Covid-19, afferma ancora Andrea Costa nella capitale ligure. "L'Italia, rispetto ad altri paesi europei, ha già affrontato il tema dell'obbligatorietà: siamo stati i primi a introdurlo per i lavoratori della sanità e dal 15 dicembre sarà esteso a forze dell'ordine e personale scolastico. Poi - conclude infine il sottosegretario alla Salute - valuteremo i dati dell'epidemia: siamo pronti anche ad altre valutazioni, ma ora si va avanti così". 

Imporre il vaccino contro il Covid-19 obbligatorio a tutti gli italiani "non ci porta da nessuna parte", sostiene intanto il governatore del Veneto Luca Zaia. "Qualcuno dovrebbe spiegarmi come si attuerebbe: facciamo dei Tso a chi si rifiuta?", si domanda intervistato da La Stampa. Zaia è però più duro nei confronti di chi non si vaccina contro il virus e a proposito dei tamponi dice: "Per noi il servizio al cittadino è inviolabile e non ci sono differenze di scelte vaccinali, però il problema è che ci sono le priorità e in questa fase con un’alta circolazione del virus siamo arrivati quasi al collasso dei tamponi per uso diagnostico".

E ancora: "Noi siamo quelli che fanno più tamponi in Italia sui 140mila al giorno. Però quando tu hai, come nella giornata di oggi, 3mila contagiati si debbono fare delle scelte" e, conclude infine il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia a La Stampa "per non parlare del fatto che i tamponi ci servono anche per le scuole. Insomma, c'è una scala di priorità che va rispettata".

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